lunedì 26 novembre 2012

Mani sul mondo


Mani sul mondo,
miracolo della geografia
nei continenti che per magia
del sogno dipingon lo sfondo.

M'accarezzano i mari
e la notte riscaldo i deserti,
col cuore gl'inerti
umani sospingo 'sì ignari.

Al vento leggero
alzate le timide vele,
da li aspri oceani, al Bosforo, al Nero!

Guardo il globo, lo giro,
col cuore nel miele
e quegli occhi zaffiro

che mi salvan dal male
riflessi nel bracciale.

(D.D.)


mercoledì 21 novembre 2012

Error di battitura


Error di battitura,
qual digital sventura
e tedio per l'ispirato
ch'ebbro d'idee il tasto ha sbagliato!

C'era una volta il calamaio
a impaurir le sudate carte,
or si vive più agiato guaio
e sorride al nuovo l'antica arte.

Li occhi strema lo schermo,
per cui va Hermes messaggero,
ch'innalza all'Olimpo l'umano sermo.

Della mancina rinasce l'orgoglio
nel complice tatto fiero
di quel ch'un tempo fu foglio.

Mi scusino l'amati uditori
se l'impulsi del sogno si fan traditori!

(D.D.)


venerdì 16 novembre 2012

Vola questo treno


Vola questo treno
sotterraneo, come un sole
ch'accarezza le suole
nel tremore del terreno.

Buio come la luce
per le molte anime ignote,
 in cerca di sedie vuote,
ch'al lavor sempre conduce!

Tanta bellezza, diversità:
son curioso, apprezzo, sorrido,
com'un rondinin fuor dal nido
ch'è sicuro, volerà!

Ecco il nostro amore
a pulsar vita nel quotidiano
di questa o quella Milano,
perchè la rosa è ovunque fiore.

I tuoi occhi vegliano attenti
sul mio esister prezioso,
oh amato sguardo gioioso
dal sospiro aggrappato ai denti!

(D.D.)



lunedì 12 novembre 2012

Sonetto al sorriso d'inetto

Frammento di futuro
nello sguardo amico di un cane
per le folli mie brame più sane:
non mento, lo giuro.

Goffe mani sulla tastiera
ammirano i suoni di carta:
pria ch'il diurno senno diparta
affermerei ch'è cosa vera.

Sonetto al sorriso d'inetto
che vive per contraddire
ogni sé stesso creduto perfetto.

Inno al paradosso,
'sì tanto ardente su le pire
dei pregiudizi che ho rimosso.

T'aspetta d'amar l'inatteso
dettaglio umano che t'avea arreso!

(D.D.)



giovedì 8 novembre 2012

La finestra più alta



Anche se a volte abitare all’ultimo piano dell’antica torre può suscitare una certa malinconica inquietudine, quando ci si affaccia alla finestra più alta e si ammirano le meraviglie dell’orizzonte oltre le mura della città ci si sente immensamente liberi.

La prospettiva sull’infinita pianura ricorda un dipinto di Caspar David Friedrich, con una Natura assoluta protagonista della totalità delle cose, padrona di ogni dettaglio. Uno sguardo attento e appassionato consente tuttavia di scovare anche l’Umano, fosse anche solo un minuscolo puntino, un leggero tocco del pennello sulla tela. 

A quel punto vorremmo poter gridare a quel frammento di vita, sporgendoci dal davanzale senza alcuna vertigine, che forse ha motivo per non sentirsi solo, nel suo coraggioso viaggio di esplorazione dell’ignoto.

L’arte, o meglio la creatività umana nella sua pienezza, è proprio quel piccolo grande uomo. E, nonostante tutte le difficoltà di questa sorta di età tardomoderna in cui viviamo il nostro presente, siamo sicuri che questa figura apparentemente sperduta non sia abbandonata a sé stessa.

(M.T.)


Parole libere, per presentare un'iniziativa coraggiosa e che merita la più sincera stima... Il blogzine http://www.extramoeniart.it che, come la cicala di Rodari, regala un canto d'arte, nella convinzione che la creatività sia uno dei valori più veri dell'uomo e nel segno di un'innovazione inseguita innovando... 






lunedì 5 novembre 2012

Toccando il profumato tepore della fantasia



Gli occhi chiusi, un sipario precario sui grigi abusi d'un mondo schiavo del tempo, ignavo sfondo del lento cammino perso verso un destino.

Evasione, quando il quotidiano è prigione, perché lo sguardo del cuore in un traguardo lontano, oltre l'avventura, nell'oscuro futuro di paura muore.

Ed ecco il calore emanato da un verde manto, in un consumato pomeriggio estivo: un viaggio nel vivo dell'incanto. Ed ecco l'amore, lì accanto, dove la mano si perde in una mano e la carezza accompagna la brezza della campagna: non piove.

La schiena è sull'erba, il volto verso il cielo, immerso nell'acerba piena di quell'infinito velo, il confine dell'umana sorte: morte arcana alla fine, ma molto prima condiviso sorriso di bellezza, dolcezza in rima.

L'ombra di un albero, allungata dalla sera, non sembra svegliare i corpi sognanti degli amanti, forti davvero, nell'essenza profumata della presenza solare. Oh bruto inverno, va' muto all'Inferno!  

Si scambiano il respiro le labbra ardenti, si nutrono del sogno, ricamano il bisogno d'un abracadabra tra i denti, s'inducono al raggiro dell'amara realtà, se di felicità è avara.

Amando l'inaspettato stupore della magia, toccando il profumato tepore della fantasia...

(D.D.)



giovedì 1 novembre 2012

Centesimo cinguettio (Sonetto a Twitter)


Centesimo cinguettio,
di questo sogno mio
nell'avanguardia dello stormo
in cui pian la voce formo.

Celebrazione tardomoderna,
ch'è precaria armonia
su la smarrita antica via
del domani che si governa.

Tutto sfugge, caro Eraclìto,
mentre piange il poeta,
muto profeta e mito sbiadito.

S'inventa ogni giorno
un'essenza segreta
perch'il canto s'oda intorno.

Ma sorride all'evo venturo,
bello di luce nel tempo 'sì scuro.

(D.D)