lunedì 9 settembre 2013

L'ottimismo

L'ottimismo nasce dalla scoperta, anche e soprattutto delle persone. Impariamo dunque a stupire, ma soprattutto dimostriamoci pronti nel caso in cui siamo proprio noi a essere stupiti! Da ciò che il mondo, in uno dei suoi più remoti e minuscoli angoli, ci svela all'improvviso, da chi merita un saluto, un appoggio, un sorriso... 

L'ottimismo è essere come degli scienziati durante un esperimento improbabile, che in fondo è un po' come la vita. L'ottimismo è la curiosità rispetto alla possibilità che l'esperimento possa riuscire, generando una scoperta...

E credere che ci siano ancora persone in grado di stupire.

L'ottimismo è anche cambiare idea, perché il cambiare idea, quando è atto in buona fede di umiltà e fiducia nel pensiero, nelle persone e nelle infinite possibilità del mondo, è miglioramento, costruzione, ma soprattuto scoperta. 

Pensare è anche pensarsi. E ripensarsi. 

L'ottimismo è la volontà di scoprire e riscoprire noi stessi, sognare e sognare di nuovo la nostra posizione, il nostro piccolo angolo di mondo...

L'ottimismo è cercare.

(D.D.)



domenica 8 settembre 2013

Forse questo treno si fermerà

Forse questo treno si fermerà
prima del baratro,
forse non lo farà. Il baratro è vicino e lontano.
Prima o poi ci sarà una pausa di riflessione

con gli occhi sul futuro e
con le orecchie sul passato...

Ci sarà una stazione.
Scenderanno alcuni,
saliranno altri.
E il capotreno parlerà con chi sale
e il capotreno parlerà con chi scende.
Saliranno i figli,
scenderanno i padri.
E i figli avranno la saggezza dei nonni
e i padri avranno l'umiltà dei nipoti.
Scambio, di passione.
Scambio, al timone.

Forse questo treno ripartirà,
in pace.
Forse il banchiere leggerà Omero.
Tecnica e arte.
Forse l'ingegnere amerà Picasso.
Tecnica è arte.
Forse il calciatore reciterà il Macbeth
e avremo un unico grande stadio,
l'uomo.

Il poeta avrà lo sguardo al corridoio,
alle persone,
mentre il politico fisserà dal finestrino
il mondo,
i sogni,
gli altri treni,
le persone,
l'ingegnere, il calciatore, la poesia...
Prima o poi,
prima è poi.

"Gentile controllore, ben so che non è Lei il tiranno,
sia fiducioso,
ci dia il tempo di arrivare alla stazione,
forse questo treno si fermerà!".

D.D.



venerdì 6 settembre 2013

Sulla strada (fatta d'asfalto)

La strada è fatta d'asfalto,
un asfalto che profuma,
profuma di sogni cobalto,
quel cobalto ch'in cielo si sfuma
tra le stelle,
stelle così belle d'afferrare,
come SA afferrare il ribelle
un sole ribelle sul fondo del mare.
Nel sale.
Ma già SALE dal cuore,
un cuore ebbro, andato a male,
il male. Scende una lacrima di dolore,
è consapevolezza,
fine del gioco,
sangue sul gioco giocato col fuoco,
finir di giovinezza.
Di magra rivoluzione
restan vecchie e grasse risate.
E idee trapassate,
tra le note di una canzone.
Perduti, abbattuti, maledetti...
O andati o tornati
ai sonetti
e alle terzine dei beati.
Urlo, urlo di strada
all'inizio del viaggio,
tra vizio e coraggio,
ovunque si vada.
Ma la strada è fatta d'asfalto,
chi la canta è SOLO di strada,
solo un istante, un cenno, un salto,
non è d'asfalto, non è LA strada.
Vivere altrove, in qualche ricca contrada,
o morire di freddo e di vino
è il destino
se scrivi SULLA STRADA.

(D.D.)


A Jack Kerouac