lunedì 30 dicembre 2013

Magico

Sfoga la tua gioia trasformando le emozioni in parole e le parole in liberi e spensierati flussi d'inchiostro! E poi facendo l'amore, mentre questo piccolo immenso mondo nemmeno s'accorge dell'universo che quasi incessante ti esplode dentro.

Lo so, ora ti è tutto meno chiaro, perché puoi osservare ogni cosa con un occhio diverso. E dannazione, quanto è bello quest'armonico equilibrio nell'orizzonte della diversità, che oggi ti regala la capacità di ubriacarti delle sfumature!

Già, perché i dettagli si precipitano verso il tuo volto di bambina, come le gocce di pioggia che non si stancano mai di provare a nutrire l'asfalto durante un temporale estivo. Ma questa volta sembrano addirittura seguire a passi di danza la sempre più ritmata allegria dei battiti del tuo cuore. 

Senti la risposta dentro di te, anche quando dovresti avere paura delle domande. 

Tocchi la natura, le sue leggi, la razionale irrazionalità che ne contraddistingue l'una e molteplice essenza. E c'è pure il tempo, che tenacemente stolto non sa proprio scegliere tra lo zero e l'infinito…

Una relatività da normare, ma non oggi. Oggi è solo amore. 

Ingenuo, che fa assaporare una folle dolcezza nel riflesso d'ogni sua lucente scintilla, magico. 


(D.D.)





sabato 28 dicembre 2013

L'uomo è il mare

L'uomo é il mare, 
con tutti questi ricordi rotti che sembrano conchiglie.
 
E le onde impazzite che non sai mai dove ti portano, 
mentre milioni di altri uomini camminano e corrono sul bagnasciuga.
 
E ce ne sono di quelli che vorresti conoscere, 
te lo dicono i loro corpi splendenti, i sorrisi e gli sguardi che s'infrangono sul tuo letto di pensieri. 

Siamo tutti seduti davanti a una spiaggia, la desideriamo, sentiamo il calore della sabbia che si confonde con i granelli del tempo, 
che ci é rimasto e che ci rimarrà. 

Viviamo nell'illusione di essere infiniti, tocchiamo i continenti come fossero le nostre ginocchia, con i piedi troppo lontani, perché sono quasi sempre già partiti per un nuovo viaggio… 

Accarezziamo le gole e proviamo a distenderci pian piano sulla delicata pelle della terra, 
finendo per fare il bagno nel sale delle nostre lacrime, mentre il sole continua a soffiarci qualche indelebile raggio di vita. 

É un sogno.

Siamo il mare, perché l'uomo é il mare…

(D.D.)


domenica 22 dicembre 2013

Nello specchio d'un caffè americano

Nello specchio d'un caffè americano
posso osservare la mia anima
ancora calda e quasi nera
che consuma l'Occidente in un sorriso.

Nell'istante di uno sguardo
che se ne va nel quotidiano andirivieni
di pensieri e destinazioni
riesco a percepire la casualità del mondo.

E cerco di digerire l'amaro
senza annegare nello zucchero,
perché in fondo non mi manca nulla.

E cerco di dissolvere il mio ego
in questo mare di emozioni verdazzurre 
che profondo riveste il pianeta. 

Forse sto perdendo la rima,
forse sto diventando grande. 

(D.D.)





venerdì 20 dicembre 2013

Il tramonto nell'oceano

Il tramonto sull'oceano. E il rossore primaverile della mia pelle che ingenua s'immerge, pian piano, in questo gioco di colori.

Disegno un istante immortale. E il cuore dell'universo riscalda la mia timida fantasia.

Il pensiero.

Il pensiero risale il mio corpo, dalle caviglie all'indefinito rifugio di un'anima fatta degli stessi atomi della terra e delle stelle.

Forse è alla ricerca di un'ombra che è fuggita via, per non allungarsi nella quiete della sera. Oppure dell'una o dell'altra esitazione, dell'isola dei sogni, di una molecola di incipiente futuro in questo mare di passato.

Il tramonto nell'oceano.

Il sale si prende cura delle ferite,
il sole disgela un inverno di malinconia.

(D.D.)


martedì 17 dicembre 2013

Fantasma

Soffia un accenno di vento
sulla sua pelle di neve,
lieve accenno di Novecento,
cuore ribelle, secolo breve.

Il mondo guarda distratto
il suo fragile spettro
che cede lo scettro
e non si spiega il misfatto.

Fantasma, dimenticato
da una modernità loquace,
in un castello incantato.

Tace, s'arrende
all'uomo nuovo più sagace
e si vince e si vende.

Cantagli oh Diva
qualche parola ancor viva! 

(D.D.)


by gigi4g - DeviantART

giovedì 12 dicembre 2013

Il rogo dei libri

Bruciare un libro significa innanzitutto rinunciare alla possibilità di contraddire il suo autore, privarsi della libertà che nasce dal confronto e annegare il sacrosanto umano valore del dialogo in un mare di bestialità.

Non importa se il fine è una rivoluzione o semplicemente una negazione.

È un lasciarsi trasportare dal vento dell'ignoranza e gettarsi nell'antro più vorace di una natura che genera e consuma i suoi figli, senza curarsi del lungo cammino dell'una o dell'altra storia: degli individui, delle comunità, dei popoli. 

Senza un disegno, senza pietà.

La fame ci getta nell'abisso dell'ira, punta le lance dei deboli contro gli scudi dei più deboli e ci ricorda che siamo capaci di ammazzare per il solo ed effimero gusto di sopravvivere, più o meno consapevoli del fatto che prima o poi verrà anche il nostro turno. 

Game over. 

La fama ci rende ciechi di fronte alle battaglie di chi i libri li ha scritti o li ha ispirati, correggendo i tratti primordiali e grossolani di un branco di scimmie, a tal punto da inventare l'arte, l'amore, i sogni…

Nunc est bibendum. Ma ci siamo ubriacati troppo, specialmente se siamo tra quelli che hanno avuto fortuna. E ora barcolliamo e perdiamo di vista persino la vera essenza dell'ebrezza, mentre qualcuno è costretto a pulire e a mangiare il nostro vomito.

Dioniso non può trainare il carro di Apollo. 

Il Sole non aspetta le gole piene di vino, brucia.

Mentre ardono innocenti e colpevoli le pagine di un libro si sciolgono parole, idee, tentativi… Vincitori e vinti, scienziati e poeti, madri e bambini si dissolvono nell'atmosfera, sotto lo sguardo di lacrime delle stesse stelle che un tempo sorrisero a Dante. 

Perduta gente. 

E noi ci allontaniamo, senza quasi accorgercene, dal nostro più vitale ossigeno, la società organizzata sotto la guida del pensiero. 

Che ci piaccia o no l'uomo è un animale, ma non solo, è pure un animale politico. 

Vecchio consiglio, memoria, saggezza, libro.

Alcuni potrebbero gioire per la rivincita delle foreste, per il repentino crollo della piramide alimentare, per l'impellente necessità di ritornare alla Bibbia, per il raggiungimento di una suprema libertà, data dall'assenza del limite, della regola, del sistema… 

Una Terra dove sono tutti re, perché non lo è nessuno. 

Ciascuno di noi finirebbe probabilmente per perdersi nel nulla, alla ricerca di una maschera smarrita o di un cartello stradale che indichi la strada per Roma. Ma questo è un parere personale. Quello che è certo è invece che alcuni capirebbero che la via più efficace per domare il vuoto è la mera sottomissione degli altri, con le promesse oppure con le armi. 

I muscoli del non leader. 

Intanto l'anarchico crede di riuscire a contenere il potere all'interno della propria coscienza. E il relativista annienta la conoscenza trasformando il dubbio nel dogma e la prospettiva nella giustificazione. Ma lo fa soprattutto perché la conoscenza l'hanno edificata principalmente gli altri. 

I sofisti del giorno d'oggi si masturbano allo specchio. 

Last but not least, il dittatore. Egli aspetta il momento propizio, come un serpente pronto a colpire la più ingenua delle sue prede, il popolo. 

Generalmente quest'animale più uguale degli altri sopraggiunge proprio quando la gente non sembra più avere paura di bruciare i libri…

È un movimento prevedibile, quello che conduce al rogo. 

(D.D.)




lunedì 9 dicembre 2013

Visione tardomoderna

Instancabile amante dei significati
che scorrono silenti nelle parole
e incidono l'eternità nelle rocce
sottomettendo la natura all'uomo.

Viaggiatore, di terre e di pagine
che trasformano il pensiero
senza preoccuparsi delle conseguenze,
perché t'innamorano delle cause.

Incoerente, devoto a quelle scienze
che mutano in numeri persino l'arte,
nell'onirica illusione di poter capire
l'esatta funzione del Romanticismo.

Innocente ribelle, ebbro d'un futuro
costruito sulle visioni d'una saggia meretrice, 

la storia,

da chi sa guardare con gli occhi dei figli
e sputare sui dogmi dei santi e dei padri.

Poeta, verrebbe da dire,
mascherato di prosa per sopravvivere,
anche solo per quel gusto dolce amaro
di scrivere che ve l'avevo detto.

Ogni nuova visione è semplicemente Rimbaud.

(D.D.)

A Lucien Carr, nonostante tutto...




venerdì 6 dicembre 2013

Blue eyes...

Blue eyes…

Come mai
una rima imperfetta
si diletta
ogni prima scintilla
che fugge e che brilla?

In all that you
hide, behind your blue…

Je n'sais plus
si j'ai eu…

Qualcosa di profondo,
qualcosa che fosse davvero
dello stesso cielo
e dello stesso mondo
di quest'occhi lontani
a cui tendo le mani…

(D.D.)



lunedì 2 dicembre 2013

Erano i tempi di Barbie Girl

Erano i tempi di Barbie Girl,
tutto era vicino,
tutto era lontano,
il futuro in una mano
e nell'altra un passato fin troppo bambino.

Erano i tempi di Alex Del Piero,
le figurine, il Delle Alpi, la Coppa Campioni,
il sogno bianconero
nelle sue punizioni.

E solo un pensiero
di mille emozioni.

Erano i tempi sul motorino
a cercare qualcosa
nella notte più preziosa
anche fino al mattino.

Era il solito sabato arcano
d'un Angelo Azzurro danzante e profano.

Erano i tempi di cento collane,
quattro sciocche convinzioni,
diecimila Lire e qualche scelta infame,
tra jeans troppo larghi e banali canzoni.

Erano i tempi del mito italiano
quegli Anni Novanta dannati e perduti!
E ancor oggi li penso e li amo,
sono fiero di averli vissuti.

Una fiaba di plastica.
Erano i tempi di Barbie Girl.

(D.D.)