martedì 7 luglio 2015

El mismo #Euro

Dunque, finalmente é tornata l'estate. E con essa, tra le note di Alvaro Soler e i selfie con gambe e altre varie nudità da spiaggia su #Instagram, sembra soffiare un vento politico nuovo, a tratti neorinascimentale e anche neorisorgimentale. 

Merito dei #Greci, tra i tanti loro demeriti. 

Ora la palla ce l'abbiamo noi, Paesi della bella vita e del gran debito, PI(G)S. Per molti aspetti annaspiamo in una merda molto più torbida, rispetto ai virtuosi, that's true. Ma forse da noi si sta svegliando un'idea davvero rivoluzionaria: il #sistema, così com'é, fa schifo. E non basta mettere altre pezze, bisogna inventarne uno nuovo. É un po' come il #Milan, per intenderci. 

Voldemort #Varoufakis ha rianimato il marxismo, attualizzandolo anche abbastanza bene. Ma anche questo non basta, altrimenti siamo fermi alle favole di Esopo e #Bertinotti. Servirebbe piuttosto un nuovo Marx, qualcuno che conosca le logiche del mondo globale e post-industriale, che però non abbia amici alle Cayman e che non debba per forza usare i server di #Casaleggio. Ecco, a questo punto trovo lecito chiarire che non mi riferisco né a Povia né a Gianni Morandi, state tranquilli. 

Ripartire dalla #creatività, anche e soprattutto in economia (dove la leadership del popolo crucco, notoriamente il meno creativo al mondo, ha fallito come neanche Napoleone a Waterloo e la Boschi ad Arezzo ndr). Ripartire dalla riconsiderazione delle scienze sociali e umanistiche, senza le quali diventiamo tutti dei robot che non sanno più neanche fare l'amore senza l'ausilio di Excel. Ripartire dalla #cultura, in ogni materia, perché altrimenti ci troviamo al potere gente come Salvini e Gasparri o le #ladylike. 

Ripartire cercando di riequilibrare il divario tra l'economia reale e il mercato finanziario. Ripartire senza la farsa quotidiana dell'andamento delle #borse: obiettivamente, ha fracassato i cosiddetti. 

Ripartire da una politica che in grado di agire, uscendo dal delirio dei quaraquaqua (oggi anche detti, a livello internazionale, #SHISH). Urge una soluzione, così siamo incapaci di affrontare i problemi concreti senza colpire i soliti innocenti. Pensiamo ai disoccupati (nemmeno Cassandra da Troia avrebbe previsto l'esistenza della disoccupazione nel 2015!), pensiamo all'#ISIS che fa i selfie con le armi italiane... Poi ai veri #migranti (e qui, preciso, intendo i Berlusconiani sbarcati nel governo Renzi, tipo Formigoni, ovviamente!). 

Intanto la #Lagarde si fa fare la pedicure da una generazione di schiavi, noi, i #millennials, quelli che il neoliberismo di Reagan lo stanno studiando nella vita quotidiana, a bastonate, mentre anche solo leggendo il più banale dei libri di #storia si chiedono innocentemente 'ma perché ha fatto così?'. 

Nel frattempo le mosse del nostro ex amato #Renzi (chiedo immensamente perdono, anche sulle note tropicali di #Iglesias ndr) assomigliano sempre di più ai rigori di #Higuain. E le scommesse calcistiche sono nulla confronto alla speculazione finanziaria. Derivati, derivati ovunque, bisognerebbe inventare un veganesimo o una #celiachia che comportino l'eliminazione dei derivati. A Scanzi di equivoci, nessuna decrescita felice, per carità. #Latouche ha troppi soldi e non ha più l'età per proporre soluzioni davvero utili per il futuro! Serve una crescita diversa, in cui lo sviluppo sia pienamente umano, non solo economico. 

L'uomo deve tornare al centro del #progresso, riappropriandosi del ruolo che gli ha scippato il Dio Denaro senza che quel posto se lo riprenda una qualsiasi altra tediosa divinità monoteistica. 

Ps. A proposito, speriamo che la #Papamobile in Sudamerica abbia lo stesso diritto di non rispetto del codice della strada che é stato concesso ad Arturo #Vidal, per coerenza nei confronti degli idoli del momento. Amen e forza #Tsipras

M.T.




mercoledì 1 luglio 2015

Lettera di un #prof

Caro Matteo Renzi, ecco la breve lettera di un sognatore tradito. Non sarò prolisso, in modo da invogliarti a spendere due minuti per questa mia storia. Pensavo potessi cambiare l'Italia, partendo dalla scuola. Ti ho sostenuto, rovinando anche qualche amicizia. 

Sono un giovane insegnante di terza fascia, per fortuna o purtroppo nell'ambito delle materie umanistiche. Pur avendo passato la prima prova del TFA (a luglio ndr) ho scelto di non passare al secondo step. Pazzia? Paura? No, è stata una scelta ragionata. La seconda prova si è svolta a dicembre (ti sembra giusto che ciò sia avvenuto dopo tutti questi mesi?) e nel frattempo ho trovato lavoro in un CFP, come insegnante di italiano e storia. 

Un'esperienza fantastica che mi ha definitivamente consacrato nel mondo della scuola: chiedi pure a studenti e genitori, coloro che ritengo i veri giudici insindacabili del lavoro dei docenti (altro che i presidi!). Un percorso faticoso, ma di grandi soddisfazioni. Purtroppo proseguire l'iter dell'abilitazione non era compatibile, in termini di tempo, con il pieno adempimento dei miei compiti di docente. Ho scelto di non licenziarmi e l'ho fatto per dignità e, soprattutto, rispetto nei confronti dei giovani che mi ero impegnato a formare. 

Ora la tua riforma mi taglia fuori. E sono in attesa di capire come sarà possibile riuscire a rientrare nel percorso di abilitazione. Personalmente non credo più che tu possa far rinascere l'Italia a partire dalla scuola. Sognavo, ma ora sono sveglio. Non sei diverso dai tuoi predecessori. Ti chiedo solo di riflettere un po', perché stai chiudendo la porta in faccia a migliaia di sognatori, che sono anche inimmaginabili risorse per il nostro Paese. 

Ti prego inoltre di porre perlomeno chiarezza nel percorso di reclutamento degli insegnanti, ma non solo a parole. Servono i fatti e servono subito. E ADESSO COME CI SI ABILITA? Subito però: voglio i link delle Università con le iscrizioni a nuovi TFA o lauree abilitanti. E lo vogliono in tanti. Altrimenti stai umiliando e buttando nel gabinetto il lavoro e l'impegno di tanti professionisti meritevoli. 

E per favore, consiglia ai tuoi Ministri (che inviterei a presenziare a un mio colloquio con i genitori ndr) di non dire "Insegnare senza abilitazione è come guidare senza patente", perché è un'aberrazione. Gli studenti lo sanno benissimo che ci sono insegnati abilitati che sono delle capre e docenti non abilitati che sono bravissimi (e viceversa, per carità): loro, i destinatari dell'istruzione, non li fregate affatto! 

Un ultimo appunto. Ho insegnato all'estero, parlo l'inglese molto bene e potrei insegnare le mie materie in inglese, ma questo non è valorizzato nella tua #buonascuola (o meglio, lo è solo a parole, non nei fatti, perché il filtro, ad esempio nel progetto CLIL, resta sempre l'abilitazione e non ci sono corsie preferenziali per chi ha merito in ambito linguistico e esperienza internazionale: welcome to the past!). 

Detto questo, se per caso tu volessi due diritte in inglese o francese (che ti servirebbero) ti darei volentieri una mano! Ps. Mai perdere un tocco di ironia, altrimenti è la fine. Ti saluto, in attesa di una tua inaspettata risposta. Sappi che ho scritto di getto, senza curare la forma, lasciandomi guidare da una cortese sincerità. 

Michele