giovedì 15 ottobre 2015

Il testamento di Ranocchio

Quel Grigio negli occhi
innocenti, senza via di fuga,
e il respiro che s'asciuga,
con la sabbia nel cuore:

lo sento,

l'impassibile odore
dei suoi vinti rintocchi
tra i denti, col sudore
che amaro non sa dell'amore.

Il tuo tempo, già cieco,
s'agita a stento
al violento ragliare del mondo.

Non v'è segreto
sul tuo animo infame
e di voci soffia un gran vento,
che gli orecchi hanno fame!

Ma ben più dell'estrema unzione
desidero oggi scoprire quel nome
a te negato da un fato immondo
per farti maligno, per farti iracondo.

Pianger non puoi,
Malpelo,
tanto fragile e forte
che avrai agile morte
senza Cielo, o altra misera sorte:

Pianger non puoi. 

È quasi notte. E ho paura,
io minuscola bestia gracchiante,
di finir troppo distante
dalle tue botte, d'ogni nostra avventura.

Lo sento,

si fa rosso nella gola un infinito Addio.


(D.D.)