Quel Grigio negli occhi
innocenti, senza via di fuga,
e il respiro che s'asciuga,
con la sabbia nel cuore:
lo sento,
l'impassibile odore
dei suoi vinti rintocchi
tra i denti, col sudore
che amaro non sa dell'amore.
Il tuo tempo, già cieco,
s'agita a stento
al violento ragliare del mondo.
Non v'è segreto
sul tuo animo infame
e di voci soffia un gran vento,
che gli orecchi hanno fame!
Ma ben più dell'estrema unzione
desidero oggi scoprire quel nome
a te negato da un fato immondo
per farti maligno, per farti iracondo.
Pianger non puoi,
Malpelo,
tanto fragile e forte
che avrai agile morte
senza Cielo, o altra misera sorte:
Pianger non puoi.
È quasi notte. E ho paura,
io minuscola bestia gracchiante,
di finir troppo distante
dalle tue botte, d'ogni nostra avventura.
Lo sento,
si fa rosso nella gola un infinito Addio.
(D.D.)