martedì 28 febbraio 2012

CanoErgoSum!

Il nome che ho scelto per il mio blog riflette molto della mia personalità e dei miei obiettivi nella vita, a partire dal celebre motto che ho voluto emulare, il "cogito ergo sum" di Cartesio. Sono infatti decisamente convinto di questa intima relazione tra il pensare e l'essere. Ci accorgiamo di esistere mentre pensiamo proprio perché pensiamo e, andando oltre, si potrebbe anche affermare, con un certo azzardo, che esistiamo al fine di pensare, o che siamo stati pensati per pensare. 

Ho quindi personalizzato il detto cartesiano, rubando a Virgilio l'ultima parola del primo verso dell'Eneide, per intero "Arma virumque cano", ovverosia il verbo cantare, prima persona singolare. "Io canto", non solo perché effettivamente mi piace cantare, ma perché amo scrivere e credo che anche la scrittura possa essere un bel canto, se si riesce a utilizzare la giusta combinazione di parole che fa sì che una frase rimanga impressa nella mente del lettore, quasi fosse una melodia. 

Intendo far confluire in questo blog, pian piano e in maniera ordinata, tutti gli scritti che ho già raccolto nel gruppo Facebook da me chiamato "Adfectum cogitationesque cano", in cui appunto "canto emozioni e pensieri". A sua volta il nome di questa raccolta virtuale deriva dal verso di una delle mie poesie, che avrò presto il piacere di pubblicare anche qui. 

Ma non solo... Inserirò in questo blog anche alcuni brevi "saggi", che potranno essere dei semplici commenti a canzoni, poesie, opere d'arte, oppure dei profili storico-biografici di personaggi che mi hanno particolarmente colpito durante gli studi. Inserirò questi ultimi in un'apposita sezione, che chiamerò "From Ancient History". Infine, saranno parte del blog anche dei racconti, a cui dedicherò la parte "From Dream to Tale".

Un ultimo appunto, circa il nome di Daniel Dyler. Egli è il protagonista del romanzo fantasy mitologico che sto scrivendo e che spero di poter presto pubblicare online. Nel frattempo mi sono permesso di chiamare in causa questo mio eroe e di firmarmi con il suo nome, proprio per dimostrare come la scrittura si stia sempre di più impossessando di me stesso, a tal punto da rendermi identico al prodotto della mia penna. (D.D.)

Semplici pensieri

Ben lungi dal ritenermi depositario di una verità assoluta, o dal credere di avere delle idee più valide rispetto a quelle degli altri, mi permetterò di esternare i miei pensieri, con piccole frasi in prosa, che cercherò di scrivere con la massime chiarezza e semplicità possibili, anche qualora le mie riflessioni riguardassero tematiche in sé difficili o rese tali dalle spesso contorte astrazioni della mia mente. 

Credo fermamente che si possa manifestare la propria originalità anche con la semplicità, che ritengo essere una delle migliori qualità umane, da mai confondersi con la banalità, la stupidità, o l'ignoranza. Chi è originale, creativo e, perché no, anche sensibile alla cultura, qualsiasi cosa essa sia, non deve mai perdere di vista la semplicità, nelle parole come nella vita, per scongiurare che il proprio valore resti immobile e incompreso, quasi fosse seduto davanti a un inutile specchio, in una stanza vuota, senza alcuna prospettiva al di fuori del rimirar sé stesso. (D.D.)



La satira

La satira è un genere poetico trasmesso alla nostra civiltà dalla cultura classica, a pari della lirica, dell'epica e del teatro. 

I Romani la consideravano un genere prettamente latino, ma molti degli aspetti che la contraddistinguono, per come la conosciamo noi moderni, erano già ben visibili nella commedia greca. Puntualizzo, solo per scusarmi in anticipo con i cari poeti dell'Urbe, se mi ispiro ad Aristofane più che a ogni altro.

Ironica, aggressiva, spesso anche volgare, ma non per questo meno nobile degli altri settori della poesia, la satira è spesso utilizzata dall'artista per criticare il potere, quindi le sfere della religione e soprattutto della politica, oltre ai vizi tipicamente caratterizzati la natura umana. 

Spero che il mio fare satira possa innanzitutto far ridere, o almeno sorridere, perché questo è lo scopo principale che mi prefiggo. E che induca tuttavia anche a qualche riflessione sui temi trattati. Cercherò di essere mordace e tutto fuorché moderato, rispettando la natura della satira stessa, ma al contempo eviterò di cadere nella banalità, che sarebbe il più grave insulto a questo genere tremendamente alto, con cui mi confronto, ammetto, non senza timori.

Ridere è importante nella vita, ma sono le persone serie e profonde che ogni volta che ridono si catapultano al di là delle risate, riflettendo sul riso avendo riso per riflettere, coloro che ridono nel migliore dei modi e che quindi onorano il vero valore, oserei dire sacro, del ridere... (D.D.)

La poesia

Mi piace pensare alla poesia come a una formula matematica in grado di esprimere e in qualche modo codificare delle entità complesse, immateriali e interiori, come le emozioni. 

Scrivere una poesia vuol dire cercare di condividere con il mondo le proprie sensazioni, il proprio pensiero, la reazione emotiva individuale di fronte ai diversi aspetti della vita. Il lettore può spesso riconoscere nella poesia un qualcosa di personalmente vissuto, contribuendo attivamente al processo della condivisione delle emozioni. 

Gran parte di quello che scrivo è in poesia, perché è mettendo le parole in rima che riesco a esprimere al meglio me stesso... (D.D.)