lunedì 30 dicembre 2013

Magico

Sfoga la tua gioia trasformando le emozioni in parole e le parole in liberi e spensierati flussi d'inchiostro! E poi facendo l'amore, mentre questo piccolo immenso mondo nemmeno s'accorge dell'universo che quasi incessante ti esplode dentro.

Lo so, ora ti è tutto meno chiaro, perché puoi osservare ogni cosa con un occhio diverso. E dannazione, quanto è bello quest'armonico equilibrio nell'orizzonte della diversità, che oggi ti regala la capacità di ubriacarti delle sfumature!

Già, perché i dettagli si precipitano verso il tuo volto di bambina, come le gocce di pioggia che non si stancano mai di provare a nutrire l'asfalto durante un temporale estivo. Ma questa volta sembrano addirittura seguire a passi di danza la sempre più ritmata allegria dei battiti del tuo cuore. 

Senti la risposta dentro di te, anche quando dovresti avere paura delle domande. 

Tocchi la natura, le sue leggi, la razionale irrazionalità che ne contraddistingue l'una e molteplice essenza. E c'è pure il tempo, che tenacemente stolto non sa proprio scegliere tra lo zero e l'infinito…

Una relatività da normare, ma non oggi. Oggi è solo amore. 

Ingenuo, che fa assaporare una folle dolcezza nel riflesso d'ogni sua lucente scintilla, magico. 


(D.D.)





sabato 28 dicembre 2013

L'uomo è il mare

L'uomo é il mare, 
con tutti questi ricordi rotti che sembrano conchiglie.
 
E le onde impazzite che non sai mai dove ti portano, 
mentre milioni di altri uomini camminano e corrono sul bagnasciuga.
 
E ce ne sono di quelli che vorresti conoscere, 
te lo dicono i loro corpi splendenti, i sorrisi e gli sguardi che s'infrangono sul tuo letto di pensieri. 

Siamo tutti seduti davanti a una spiaggia, la desideriamo, sentiamo il calore della sabbia che si confonde con i granelli del tempo, 
che ci é rimasto e che ci rimarrà. 

Viviamo nell'illusione di essere infiniti, tocchiamo i continenti come fossero le nostre ginocchia, con i piedi troppo lontani, perché sono quasi sempre già partiti per un nuovo viaggio… 

Accarezziamo le gole e proviamo a distenderci pian piano sulla delicata pelle della terra, 
finendo per fare il bagno nel sale delle nostre lacrime, mentre il sole continua a soffiarci qualche indelebile raggio di vita. 

É un sogno.

Siamo il mare, perché l'uomo é il mare…

(D.D.)


domenica 22 dicembre 2013

Nello specchio d'un caffè americano

Nello specchio d'un caffè americano
posso osservare la mia anima
ancora calda e quasi nera
che consuma l'Occidente in un sorriso.

Nell'istante di uno sguardo
che se ne va nel quotidiano andirivieni
di pensieri e destinazioni
riesco a percepire la casualità del mondo.

E cerco di digerire l'amaro
senza annegare nello zucchero,
perché in fondo non mi manca nulla.

E cerco di dissolvere il mio ego
in questo mare di emozioni verdazzurre 
che profondo riveste il pianeta. 

Forse sto perdendo la rima,
forse sto diventando grande. 

(D.D.)





venerdì 20 dicembre 2013

Il tramonto nell'oceano

Il tramonto sull'oceano. E il rossore primaverile della mia pelle che ingenua s'immerge, pian piano, in questo gioco di colori.

Disegno un istante immortale. E il cuore dell'universo riscalda la mia timida fantasia.

Il pensiero.

Il pensiero risale il mio corpo, dalle caviglie all'indefinito rifugio di un'anima fatta degli stessi atomi della terra e delle stelle.

Forse è alla ricerca di un'ombra che è fuggita via, per non allungarsi nella quiete della sera. Oppure dell'una o dell'altra esitazione, dell'isola dei sogni, di una molecola di incipiente futuro in questo mare di passato.

Il tramonto nell'oceano.

Il sale si prende cura delle ferite,
il sole disgela un inverno di malinconia.

(D.D.)


martedì 17 dicembre 2013

Fantasma

Soffia un accenno di vento
sulla sua pelle di neve,
lieve accenno di Novecento,
cuore ribelle, secolo breve.

Il mondo guarda distratto
il suo fragile spettro
che cede lo scettro
e non si spiega il misfatto.

Fantasma, dimenticato
da una modernità loquace,
in un castello incantato.

Tace, s'arrende
all'uomo nuovo più sagace
e si vince e si vende.

Cantagli oh Diva
qualche parola ancor viva! 

(D.D.)


by gigi4g - DeviantART

giovedì 12 dicembre 2013

Il rogo dei libri

Bruciare un libro significa innanzitutto rinunciare alla possibilità di contraddire il suo autore, privarsi della libertà che nasce dal confronto e annegare il sacrosanto umano valore del dialogo in un mare di bestialità.

Non importa se il fine è una rivoluzione o semplicemente una negazione.

È un lasciarsi trasportare dal vento dell'ignoranza e gettarsi nell'antro più vorace di una natura che genera e consuma i suoi figli, senza curarsi del lungo cammino dell'una o dell'altra storia: degli individui, delle comunità, dei popoli. 

Senza un disegno, senza pietà.

La fame ci getta nell'abisso dell'ira, punta le lance dei deboli contro gli scudi dei più deboli e ci ricorda che siamo capaci di ammazzare per il solo ed effimero gusto di sopravvivere, più o meno consapevoli del fatto che prima o poi verrà anche il nostro turno. 

Game over. 

La fama ci rende ciechi di fronte alle battaglie di chi i libri li ha scritti o li ha ispirati, correggendo i tratti primordiali e grossolani di un branco di scimmie, a tal punto da inventare l'arte, l'amore, i sogni…

Nunc est bibendum. Ma ci siamo ubriacati troppo, specialmente se siamo tra quelli che hanno avuto fortuna. E ora barcolliamo e perdiamo di vista persino la vera essenza dell'ebrezza, mentre qualcuno è costretto a pulire e a mangiare il nostro vomito.

Dioniso non può trainare il carro di Apollo. 

Il Sole non aspetta le gole piene di vino, brucia.

Mentre ardono innocenti e colpevoli le pagine di un libro si sciolgono parole, idee, tentativi… Vincitori e vinti, scienziati e poeti, madri e bambini si dissolvono nell'atmosfera, sotto lo sguardo di lacrime delle stesse stelle che un tempo sorrisero a Dante. 

Perduta gente. 

E noi ci allontaniamo, senza quasi accorgercene, dal nostro più vitale ossigeno, la società organizzata sotto la guida del pensiero. 

Che ci piaccia o no l'uomo è un animale, ma non solo, è pure un animale politico. 

Vecchio consiglio, memoria, saggezza, libro.

Alcuni potrebbero gioire per la rivincita delle foreste, per il repentino crollo della piramide alimentare, per l'impellente necessità di ritornare alla Bibbia, per il raggiungimento di una suprema libertà, data dall'assenza del limite, della regola, del sistema… 

Una Terra dove sono tutti re, perché non lo è nessuno. 

Ciascuno di noi finirebbe probabilmente per perdersi nel nulla, alla ricerca di una maschera smarrita o di un cartello stradale che indichi la strada per Roma. Ma questo è un parere personale. Quello che è certo è invece che alcuni capirebbero che la via più efficace per domare il vuoto è la mera sottomissione degli altri, con le promesse oppure con le armi. 

I muscoli del non leader. 

Intanto l'anarchico crede di riuscire a contenere il potere all'interno della propria coscienza. E il relativista annienta la conoscenza trasformando il dubbio nel dogma e la prospettiva nella giustificazione. Ma lo fa soprattutto perché la conoscenza l'hanno edificata principalmente gli altri. 

I sofisti del giorno d'oggi si masturbano allo specchio. 

Last but not least, il dittatore. Egli aspetta il momento propizio, come un serpente pronto a colpire la più ingenua delle sue prede, il popolo. 

Generalmente quest'animale più uguale degli altri sopraggiunge proprio quando la gente non sembra più avere paura di bruciare i libri…

È un movimento prevedibile, quello che conduce al rogo. 

(D.D.)




lunedì 9 dicembre 2013

Visione tardomoderna

Instancabile amante dei significati
che scorrono silenti nelle parole
e incidono l'eternità nelle rocce
sottomettendo la natura all'uomo.

Viaggiatore, di terre e di pagine
che trasformano il pensiero
senza preoccuparsi delle conseguenze,
perché t'innamorano delle cause.

Incoerente, devoto a quelle scienze
che mutano in numeri persino l'arte,
nell'onirica illusione di poter capire
l'esatta funzione del Romanticismo.

Innocente ribelle, ebbro d'un futuro
costruito sulle visioni d'una saggia meretrice, 

la storia,

da chi sa guardare con gli occhi dei figli
e sputare sui dogmi dei santi e dei padri.

Poeta, verrebbe da dire,
mascherato di prosa per sopravvivere,
anche solo per quel gusto dolce amaro
di scrivere che ve l'avevo detto.

Ogni nuova visione è semplicemente Rimbaud.

(D.D.)

A Lucien Carr, nonostante tutto...




venerdì 6 dicembre 2013

Blue eyes...

Blue eyes…

Come mai
una rima imperfetta
si diletta
ogni prima scintilla
che fugge e che brilla?

In all that you
hide, behind your blue…

Je n'sais plus
si j'ai eu…

Qualcosa di profondo,
qualcosa che fosse davvero
dello stesso cielo
e dello stesso mondo
di quest'occhi lontani
a cui tendo le mani…

(D.D.)



lunedì 2 dicembre 2013

Erano i tempi di Barbie Girl

Erano i tempi di Barbie Girl,
tutto era vicino,
tutto era lontano,
il futuro in una mano
e nell'altra un passato fin troppo bambino.

Erano i tempi di Alex Del Piero,
le figurine, il Delle Alpi, la Coppa Campioni,
il sogno bianconero
nelle sue punizioni.

E solo un pensiero
di mille emozioni.

Erano i tempi sul motorino
a cercare qualcosa
nella notte più preziosa
anche fino al mattino.

Era il solito sabato arcano
d'un Angelo Azzurro danzante e profano.

Erano i tempi di cento collane,
quattro sciocche convinzioni,
diecimila Lire e qualche scelta infame,
tra jeans troppo larghi e banali canzoni.

Erano i tempi del mito italiano
quegli Anni Novanta dannati e perduti!
E ancor oggi li penso e li amo,
sono fiero di averli vissuti.

Una fiaba di plastica.
Erano i tempi di Barbie Girl.

(D.D.)



giovedì 28 novembre 2013

Oggi

Puoi accarezzare le ali dei miei occhi sognanti
e sorridere al mio sorriso
anche se oggi siamo distanti
e devi serrare le ciglia per vedermi in viso.

Oggi parlo un'altra lingua, che non scrivo
perché ancora non mi appartiene,
ma viver di sbagli alla fine conviene
e ci proverò, ingenuo e creativo.

Un pensiero a chi mi vuole bene
e che ride e che piange, s'emoziona,
se mi vede vincente o soldato in catene.

Un pensiero a chi ha l'anima buona,
anche quando forse non conviene,
qual dolce musica in un cielo che tuona!

Oggi sono felice, corre il futuro nelle mie vene
e so che siamo ancora e per sempre insieme.

(D.D.)






lunedì 25 novembre 2013

I can feel it's snowing

I can feel it's snowing,
I can hear your voice,
I know you're flying without wings,
Alpine Star, and I swear I had no choice…

You must be crying me a river
and I feel like Dick Diver,
I'm losing youth, I'm losing you
and I'm not bound to know the truth.

I can feel your grave
and I'm so far,
I should be brave.

But where am I? Wherever you are…
Oh tell me why, Alpine Star!

I can feel it's snowing
and I'm afraid of this sunny morning. 

(D.D.)




domenica 24 novembre 2013

Una coppa di cristallo

Eccomi, l'urlo del fato,
più forte del desiderio tuo più ardente,
il risultato,
sempre diverso, d'ogni sogno tuo perdente.

Sono la fine,
del tempo e della bellezza,
possiedo l'imperfetto più sublime
e vesto il malanno con amara destrezza.

L'istante cruciale
m'appartiene,
che plasma le ore nel bene o nel male.

Son l'eccezione senza la prova,
il limite che ti tiene in catene,
ogni sapore ch'in vita si trova.

Eppure sembro una coppa di cristallo,
eppur questa vita pare un lento e dolce ballo…

(D.D.)

A Evylyn Piper



"You see, I am fate," it shouted, "and stronger than your puny plans; and I am how-things-turn-out and I am different from your little dreams, and I'm the flight of time and the end of beauty and unfulfilled desire; all the accidents and imperceptions and the little minutes that shape the crucial hours are mine. I am the exception that proves no rules, the limits of your control, the condiment in the dish of life".

(F. Scott Fitzgerald)

domenica 10 novembre 2013

Sarà l'attesa di una notte

Sarà l'attesa di un secondo
l'infinito di questa prigione
ch'in un abisso senza ragione
annega anche il sonno più profondo.

Cuore, dolceamaro motore,
vicino e lontano, divino e umano,
mi sfuggi di mano
a cercar dell'alba il muto bagliore!

A un mattino senza l'immenso
in quest'attesa trepidante 
di tanto in tanto piano penso…

Ma poi ecco il coraggio
di questo petto vibrante 
che corre verso il miraggio!

Sarà l'attesa di una notte
a regalarci le sfumature del buio! 

La fragile notte dell'innamorato del primo giorno.

(D.D.)


venerdì 1 novembre 2013

Amory (Elwood Park)

Dall'altra parte del mondo
e tra le parole dello stesso autore,
nel verde e nell'azzurro profondo
di un tempo che soffia e non muore.

È primavera d'ottobre, fratello mare!
Per chi spera e non si sa fermare...
Oggi il sogno s'avvera, o così pare,
e domani t'annega nell'acque più amare.

Amare, qual che sia l'emisfero,
lentamente si muore
per amare davvero.

Anche se mi chiedo a qual realtà,
profumo o rumore
appartenga dannata una verità...

A torno a te e a chi ti scrisse e lo sai,
Amory, non mi delude mai. 

D.D.




lunedì 9 settembre 2013

L'ottimismo

L'ottimismo nasce dalla scoperta, anche e soprattutto delle persone. Impariamo dunque a stupire, ma soprattutto dimostriamoci pronti nel caso in cui siamo proprio noi a essere stupiti! Da ciò che il mondo, in uno dei suoi più remoti e minuscoli angoli, ci svela all'improvviso, da chi merita un saluto, un appoggio, un sorriso... 

L'ottimismo è essere come degli scienziati durante un esperimento improbabile, che in fondo è un po' come la vita. L'ottimismo è la curiosità rispetto alla possibilità che l'esperimento possa riuscire, generando una scoperta...

E credere che ci siano ancora persone in grado di stupire.

L'ottimismo è anche cambiare idea, perché il cambiare idea, quando è atto in buona fede di umiltà e fiducia nel pensiero, nelle persone e nelle infinite possibilità del mondo, è miglioramento, costruzione, ma soprattuto scoperta. 

Pensare è anche pensarsi. E ripensarsi. 

L'ottimismo è la volontà di scoprire e riscoprire noi stessi, sognare e sognare di nuovo la nostra posizione, il nostro piccolo angolo di mondo...

L'ottimismo è cercare.

(D.D.)



domenica 8 settembre 2013

Forse questo treno si fermerà

Forse questo treno si fermerà
prima del baratro,
forse non lo farà. Il baratro è vicino e lontano.
Prima o poi ci sarà una pausa di riflessione

con gli occhi sul futuro e
con le orecchie sul passato...

Ci sarà una stazione.
Scenderanno alcuni,
saliranno altri.
E il capotreno parlerà con chi sale
e il capotreno parlerà con chi scende.
Saliranno i figli,
scenderanno i padri.
E i figli avranno la saggezza dei nonni
e i padri avranno l'umiltà dei nipoti.
Scambio, di passione.
Scambio, al timone.

Forse questo treno ripartirà,
in pace.
Forse il banchiere leggerà Omero.
Tecnica e arte.
Forse l'ingegnere amerà Picasso.
Tecnica è arte.
Forse il calciatore reciterà il Macbeth
e avremo un unico grande stadio,
l'uomo.

Il poeta avrà lo sguardo al corridoio,
alle persone,
mentre il politico fisserà dal finestrino
il mondo,
i sogni,
gli altri treni,
le persone,
l'ingegnere, il calciatore, la poesia...
Prima o poi,
prima è poi.

"Gentile controllore, ben so che non è Lei il tiranno,
sia fiducioso,
ci dia il tempo di arrivare alla stazione,
forse questo treno si fermerà!".

D.D.



venerdì 6 settembre 2013

Sulla strada (fatta d'asfalto)

La strada è fatta d'asfalto,
un asfalto che profuma,
profuma di sogni cobalto,
quel cobalto ch'in cielo si sfuma
tra le stelle,
stelle così belle d'afferrare,
come SA afferrare il ribelle
un sole ribelle sul fondo del mare.
Nel sale.
Ma già SALE dal cuore,
un cuore ebbro, andato a male,
il male. Scende una lacrima di dolore,
è consapevolezza,
fine del gioco,
sangue sul gioco giocato col fuoco,
finir di giovinezza.
Di magra rivoluzione
restan vecchie e grasse risate.
E idee trapassate,
tra le note di una canzone.
Perduti, abbattuti, maledetti...
O andati o tornati
ai sonetti
e alle terzine dei beati.
Urlo, urlo di strada
all'inizio del viaggio,
tra vizio e coraggio,
ovunque si vada.
Ma la strada è fatta d'asfalto,
chi la canta è SOLO di strada,
solo un istante, un cenno, un salto,
non è d'asfalto, non è LA strada.
Vivere altrove, in qualche ricca contrada,
o morire di freddo e di vino
è il destino
se scrivi SULLA STRADA.

(D.D.)


A Jack Kerouac


martedì 27 agosto 2013

Occhi di vita

Occhi castani
troppo profondi
ed ecco m'affondi
di sorrisi umani.

Troppo sinceri
e quasi immensi,
occhi veri.
Ma cosa pensi?

Sguardo dipinto
e non vinto di teneri occhi,
mi piangi l'istinto!

Col tutto ch'è niente,
oh fragile vita,
ecco un cuore splendente!

Si volti pure la Luna
a meditare la tua sfortuna!


A una ragazza gravemente malata

(D.D.)



Dipinto di Laura Tedeschi

venerdì 9 agosto 2013

La luce verde

Porterai una stella alpina
sulla mia giovane pietra,
sarò il muto suon della cetra 
nel vetro in cui fui rosa canina.

Darai un fiore alla mia mamma
e sarà come una ninna nanna
nell'azzurro sangue d'un re
tra i dolci amari nontiscordardimé. 

Un giardino segreto
d'affetti 'sì amati,
il riposo più lieto.

Ciò ch'è importante
può non appartenere al presente,
ma l'importanza è costante.

La luce verde, Gatsby, è già lontana,
perché questa è l'esistenza umana!

(D.D.)


by zakeriassalvation on Tumblr

mercoledì 7 agosto 2013

M.T.

I'd be more grateful if his mind ended my story, because I feel so incomplete, hidden and vain. But I understand him, better than anyone else, having an heart which is made of ink, the blood of his pen, and whose beats are nothing more than his fingers caressing the keyboard, gently dashing. Yes, I am a literary character, the most natural of the sons of a Writer, born after a lot of nights of love with Fantasy, the best of the Goddesses. 

Now, I'd like to help my Father, entangled in the forest of his present, like a windmill without wind. I wish he could release his mind and live the life he merits, surfing creativity, wave after wave, word after word. He could be a teacher, as the most of the poets, loving his knowledge and never forgetting that each of us, even the wisest, can still learn. Anyone could teach you something new, unexpected, sometimes formidable. We're humans, we look like billions of different tales, in reality, dreaming or maybe inside a book. I should know! There is one thing my Father's revealed to me, before any other law: diversity is a value, who's different is rich. Humanity is something strange, Earth is a place where maths is combined with the literature. 

This is my pray, my prayer for my Father, a prayer to all the Fathers, Gods, Princes or Writers. Please consider his mind, read the streams of rhymes flowing in his veins, give to my Sun the opportunity to help this world! And I promise you, I'll be a little smile in one of your rainy day...

D.D.


sabato 3 agosto 2013

La corsa della tartaruga

Sono i nudi passi sulla sabbia
che disegnano vani il bagnasciuga,
mentre la gioia del mare si fa rabbia
e i solchi del passato mette in fuga.

Pagine di un romanzo da scrivere,
una buonanotte sperata e non data,
quel gol sfiorato, il bacio d'una fata.
E un castello di bugie sincere. 

Pare la corsa della tartaruga
questa selva di giorni tutti uguali,
senza coraggio, quasi immortali,
a divinar responso nei segni d'una ruga.

Dannate lepri, godetevi la carriera,
mentre il fuoco divora ogni vinta bandiera!
Rimarranno le cicale
a cantare del bene e del male!

A nude zampe sulla corteccia scura,
ridendo all'inverno e suonando la paura,
mentre il futuro è una via senza nome,
mentre ogni muro è una nuova stagione.

(D.D.)


Turtle by Chuck Palmer

giovedì 1 agosto 2013

Orfeo

Figlio di un re semi-barbaro e della musa Calliope, non ebbe paura di gettare nel più incredibile scompiglio l'intero ordine cosmico, armato di musica e parole. Le sue rime, le melodie della cetra, una voce delicata, quasi bianca... Purezza e allegria, voglia di vivere e di sognare di fronte a ogni piccolo aspetto del mondo, anche il più diverso. Tutto ciò non poteva che sbattere contro un sistema fatto di desideri spezzati, rinunce, abbandoni, servitù... e infine morte. 

Orfeo trasgredì, Orfeo si mise a combattere, Orfeo aveva capito quanta forza gli potesse dare l'arte. Apollo, forse l'unico Dio con un cuore un po' umano, cercò di proteggerlo, di moderare l'ira ultraterrena contro il più grande poeta di tutti i tempi, reali o mitici, onirici o vissuti a occhi aperti. Ma l'invidia degli Dei nei confronti dell'arte dei mortali era la cosa più eterna che avessero. E Orfeo era troppo felice, troppo. Ecco allora che una serpe morsicò fatalmente la sua Euridice, spedendola nell'Ade. 

Fragile Euridice, bella per una sola stagione, ergo bella per sempre. Orfeo la cantava, era un amore che superava ogni potere divino, tanto da far muovere e commuovere persino gli alberi e le pietre. E il canto non s'arrestò, come non si dovrebbe mai arrestare un'azione giusta di fronte a un ordine sbagliato. Il poeta riuscì nell'impresa di convincere il Dio dei morti, ma non in quella di tenere a bada sé stesso. Euridice avrebbe potuto tornare in vita, privilegio raro per una fragile essenza umana. 

Vivere due volte, ci sembra così impossibile! E così fu, perché in fondo il Signore delle tenebre lo sapeva bene che andava affidando la sorte di una giovane donna nient'altro che a un giovane uomo. La giovinezza è tutto e niente, è un mosaico di dubbi, preoccupazioni, tempeste emotive, in cui domina il colore rosso, non dell'amore, ma dell'errore. Orfeo avrebbe sbagliato, Ade ne era certo. 

E Orfeo sbagliò, forse d'istinto, forse sulla base di una lucida presa di posizione. Distratto oppure egoista? Non lo sapremo mai, ma lui si voltò e ruppe il patto, perdendola per sempre. Essere troppo premurosi a volte uccide, così come ammazza il pensare solo e soltanto a sé stessi. E ci si accorge del valore di ciò che perdiamo solo quando l'abbiamo già perduto. Nemmeno il canto di Orfeo può darci una seconda possibilità, perché, come dimostra questa storia, sarebbe una chance inutile, falliremmo miseramente, proprio come Orfeo. 

Senza Euridice divenne il cantore della solitudine, della malinconia, di tutto ciò che è incompiuto. Inventò un altro genere musicale, intonando il suo  pianto eterno. L'emotività di Orfeo fu pari a quella che tempo prima era solito suscitare parlando d'amore e per questo motivo non cessò affatto di far innamorare. Donne, uomini, rocce e cespugli, tutti insieme a piangere accanto a Orfeo, ad accarezzare le sue gote umide di lacrime e di rugiada, finendo per desiderare la sua bellezza, la sua arte, il suo cuore. 

Ma il poeta non volle più alcuna donna al suo fianco, perché Euridice doveva rimanere unica e perché nessuna doveva azzardarsi a spezzare il suo pianto. Già, il pianto. Senza Euridice era il pianto a renderlo poeta e lui non voleva certo abbandonare la sua cetra. Si dice che amò molti uomini e che per questo finì per morire ammazzato, per mano delle Baccanti di Tracia. Lo fecero a pezzi, furenti contro l'uomo che osava annebbiare la seduzione femminile, dimostrando che in fondo l'arte può confondere tutto, persino quelle che crediamo essere le regole della Natura, degli Dei, del mondo. 

Ora passeggia nell'Ade, come i tanti spiriti  del passato, anonimi e dimentichi, senza presente e senza futuro. Orfeo è morto e nessuna cetra può riportare indietro i morti, ce lo ha insegnato lui stesso. Ma la ricerca di Orfeo sopravvive. Vive in chi scrive, in chi dipinge, in chi pensa. Vive in chi per l'arte, per un amore o per la convinzione che un'idea sia giusta non ha paura di affrontare ogni ostacolo, divino o umano che sia. 

Al mondo moderno, dei pragmatismi e delle economie, manca molto un eroe come Orfeo, spregiudicato e maledetto, ma in grado di mettere a tacere tutti, generando stupore, nient'altro che stupore. Sarete amati, sarete odiati, ma non sarete mai indifferenti se sarete in grado di stupire con la vostra arte, alla ricerca di Orfeo!

(D.D.)