martedì 23 dicembre 2014

Una margherita d'inverno

Una margherita d'inverno
è nata per morire,
troppo presto,
con tutto il resto
che già gela all'imbrunire.

Che bella margherita!

Follia della natura
che ride dei nostri stupidi schemi,
delle quattro stagioni
e dei frutti e dei semi.

Non risparmia certo i fiori
e nemmeno le emozioni
che attraversano, tra gli imprevisti,
i nostri occhi, felici o tristi.

Che bella margherita!

Ci sarebbe molto da ridire
sull'ostinata ricerca dei colori
che ci anima di giorno in giorno,
mentre saliamo in vetta ai monti
per guardar l'infinito della pianura.

Una margherita d'inverno
è come l'essere umano,
si spegne in fretta
ma è capace di guardare lontano.

Che bella margherita!

Ha il coraggio di guardare il cielo,
imperfetto mistero,
e di regalare un sorriso,
tanto ingenuo quanto sincero,
a quel muto e potente azzurro velo.

Una margherita d'inverno
è tutta la fragile forza della vita.

Che bella margherita!

(D.D)



Foto di L.M.



martedì 2 dicembre 2014

Se fossimo...

Se deformassimo il tempo vivremmo
in eterno,
ma siamo troppo stupidi per poterlo fare.

Quasi ci gela l'estate, forse ci brucerà l'inverno.

È un muto soffocare, nelle dolci notti amare,
se solo guardiamo in faccia
l'assurdità dei nostri perché.

E per carità, il prete si taccia. 

Qualche volta vogliamo bene, o almeno vorremmo,
qua e là zoppicando sul campo minato
del mondo che ci hanno dato.

Ci sembra tutto giocondo inferno
o paradiso indiavolato
di parole e ricordi, sguardi e cimiteri,
bestemmie di speranza e preghiere di rassegnazione.

In questa corsa siam folli destrieri,
per dir di aver amato,
per fuggir l'estinzione. 

Se fossimo meno stupidi
proveremmo a deformare il tempo.

Invece andiamo in chiesa. 

(D.D.)




venerdì 29 agosto 2014

All'orizzonte...

All'orizzonte s'intravede un giocattolo,
è lo specchio,
che riflette angosciato 
il presente e il passato.

Atomi di bambino,
instabili d'adolescenza,
che ancor liberano energia,
è quasi magia.

Tra la resa e il fantasticare
riposa d'immagini altre
la letteratura. 

Dura e non dura,
nelle pigre anime scaltre,
il tempo d'amare. 

All'orizzonte ogni antica fiamma.
E l'età, che condanna. 

(D.D.)



venerdì 6 giugno 2014

Bocca di mirtilli

Bocca di mirtilli,
giovinezza infinita e perduta
tra bicipiti, inganni, idilli
e i cuori sordi all'anima muta.

Iridi di speranza,
già l'offusca un realismo giacobino.
Qualche ultima danza
tra greci miti e l'amaro nel vino.

Veloci si muore,
contando e cantando
gli affari, i ricordi e le ore.

Per troppo tempo ci si sente sbagliati
e si bestemmia senza rima
alla genetica dell'uomo. 

Rovina quei pochi istanti felici 
l'invitta paura di perderli presto. 

Bocca di mirtilli, t'illudi invano
tra le soavi e sublimi falsità dei romantici. 

(D.D.)






giovedì 8 maggio 2014

Remedios

Un lampo,
affamato e avvolgente ululato
poi ebbro d'incanto.
E ancora la strada, dal lato sbagliato. 

Gli occhi rossi di destino
e il cuore nel vento,
mentre gioca, gioca il tempo.
E annega la noia nell'affrettare il mattino. 

Ride e scherza degli sguardi,
è la vita. 
E rimescola sogni e traguardi. 

Non ci resta che il sorriso,
quello del genio che abbraccia gli idioti.
E divenir nuovamente ignoti. 

Il semaforo è verde.
E l'incrocio già poco più d'un ricordo. 




martedì 22 aprile 2014

Earth

You got the blue of my eyes
and the grey of my soul,
you've given me fire, or ice,
you're bound to live, or fall.

Thank you Planet, thank you Earth,
for facing the sun
without a friend, without a gun,
I know it hurts.

All alone, 
in this universe of naughty men
and mute salty moons
whose hearts are stones.

You are diversity.

(D.D.)





giovedì 17 aprile 2014

Pensieri notturni

Se almeno fossi ancora qui
potrei forse sperare
di condividere queste parole
amare,
scintille d'una vita
che quasi non m'appartiene.

L'infinito, 
come il caldo che nel mio petto
colora la notte 
della luce del giorno,
esplode d'innocenza sotto le lenzuola: 
è senza rima,
come il sordo battito di tamburo,
dal sapor di spergiuro,
che incalza il mio respiro...

L'abiuro, l'abiuro! 
Ha la porpora d'un cuore,
ma timbra la corsa delle ore. 

Fortuna, 
una melodia inaspettata
negli occhi della luna,
la cerco col capo chino
e questo sangue che si fa vino
in un destino di frasi a caso.

Potrà mai smarrire la strada
il condannato a non averla mai?

Trame, 
perdute o vinte, tremanti o spezzate,
soffiano incessanti nella mia mente
incapace di ululare,
che si chiede se sia poi così difficile
salvare il mondo
o almeno una delle sue creature.

Lo farò anche in tuo nome,
cercherò di giocare la partita dei forti
per portare a casa la vittoria delle debolezze.

Ma forse prima dovrei imparare 
ad amare
davvero,
nonostante il veleno di questa ferita
che brucia nascosta nella sua solitudine.

Come la nascita,
è un dono che brucia. 

Un valzer tra l'illusione d'un trentennio
d'onirica ed ebbra gloria fugace
e la vita vera, 
quella del fumo che pian piano
spegne ogni candela,
lasciandoti tra le mani 
una battaglia nel nome di quelli che verranno. 

L'invenzione,
suprema Musa, 
finisce per sedurre anche questa volta
il tempo, 
con l'ennesima briciola di ottimismo
che muta quest'universo di stelle sbagliate
in un quadro di Van Gogh.

Ed è subito mattino. 

(D.D.)



giovedì 10 aprile 2014

Autunno coi fiori

Autunno coi fiori,
come l'istante in cui t'innamori
di quel passato
che non è stato.

Bizzarro pianeta,
come l'anima più segreta
che spoglia dei suoi petali viola
li dona ad ogni distratta suola.

Là, come sdraiati sul cemento
a rimirare i fratelli ancora sui rami,
un idillio di sgomento.

Là, come gli avari ricami
d'una vita che va e viene col vento,
sia che la odii sia che la ami.

Autunno coi fiori, 
per chi respira il suono dei colori.

(D.D)




martedì 25 marzo 2014

Another way to say forever

Time is bleeding in my fingers,
words are leaves, dropping off.

I see fire, burning emotions and thoughts,
I'm leaving, I'll be so far.

Autumn, I can feel your foggy breath,
on my shoulder, killing my lips.

I'm joining the spring,
despite the sadness of flowers.

Loneliness is colorful, angels cry,
welcome to planet Earth.

Shouldn't I dream like a child?
My past is stronger than my future.

I'll be missing you, I'll be swearing with some
broken english whispers. 

Time is stealing this stuttering eyes 
from the shelter of your soul,

while I'm wondering if really exists
another way to say forever. 

(D.D.)



domenica 23 marzo 2014

Perché siamo proprio noi

Iniziò tutto in Africa,
come accade sempre,
nuda terra e umano ventre,
realtà selvaggia e serafica.

Noi.

Trent'anni sembran pochi
se s'abbraccia un po' la storia,
ma poi penso ai miti e ai giochi,
ai libri e ai gradini d'ogni vittoria.

Oltre i continenti.

Una strada, il mondo,
un pallone e il vostro cuore,
nell'infinito di un secondo.

Verso l'universo.

Ogni Paese è un colore
di quest'amore arcobaleno,
ogni viaggio la vita, un senso, stupore.

Senza tempo.

Tutto scorre, in un baleno,
ma noi resisteremo.

Perché siamo proprio noi.

Ho un messaggio in questa bottiglia,
per il cielo, gli Dei e i poeti:
non ci sono più segreti
nell'emozione di una famiglia.

(D.D.)

Melbourne, 12 marzo 2014




sabato 8 marzo 2014

Little howl

I saw the best minds of my generation
destroyed by HR,
so tenderly beautiful
and desolately naked,
disappearing in some boulevards of broken dreams, at dawn,
looking for the next rich idiot who's wearing
a fuckin' tie,

angel-headed street artist, melancholic bloggers
and wise and hot young hopeless scientists
burning
for the new infernal connection
to the obsessive engine
of the trendiest marketing strategy,
who were selling their smooth and creative
common ass,
like desperate virgin sluts, 
in the supernatural darkness of this post-modern era
dominated by Chinese capitalism 
and Western cocaine,
hidden behind the locked door of the same frail and immortal human power,

who bared their bodies to the Heaven of money, within Venus' sight

and through the mirror of Jesus' tears,
slaves of a world which smells of business
and every time tries to speak German,

children of a bitch,
without future,
children of Europe,
without Greece,
children of Greece,
without food,
spoiled last Plato's spermatozoa,
betrayed by Marx,
landing to Mars,
raped by Curiosity,
raped by the IMF,
uploading some spare grain of memory
on Facebook
and sharing countless masturbation stories
on Youtube,
while Miley Cyrus pretend to be Robespierre,
everywhere,

I saw the best mind of my generation
destroyed by mundane and spiritual wishes,
so cleverly aware of the importance of be known
and desired,
because Cristiano Ronaldo is stronger than Achilles
and Justin Bieber is more attractive than Dorian Gray,

voting Obama,
sympathizing with Steve Jobs 
and esteeming Pope Francis and Lady Gaga,
schizophrenic
bisexual
liberal-democrats,
nauseated by Reality Shows
and Angela Merkel's jackets,

vomiting,
because of the worst of their nightmares, 
in which monotheisms are the only way
to defeat this global addiction,
a never-ending attempt to buy all the products
of our feral human fantasy.

(D.D.)










    

lunedì 17 febbraio 2014

Il vento, le mosche e il denaro

Angolo di mondo,
sudato di sogni e nelle mani del sole,
tra infiniti destini lontani dal cuore.

E un oceano che sordo
risuona l'ingordo respiro
del materno tuo vento.

Nei figli, bambini,
l'umano tormento
d'un eterno fuggire.

Mamma mia dammi mille Euro,
che non so dove ma debbo andar!

Angolo di mondo,
nuova prospettiva di antichi errori,
dormiveglia che fa l'amore con l'incubo.

Visioni,
di una tastiera allucinata
che piange l'inchiostro mai più versato.

L'ingenuità delle mosche,
che accarezzano eserciti di occhi blu
e son baci alle guance gentili
d'ogni futuro silente Signore.

E la terza freccia cercala
sul fondo d'un'anima bianca
che triste si specchia nelle ferite,
ormai tutte appassite,
dell'una e dell'altra prole rubata
alla nuda e natia terra. 

Angolo di mondo, un sapore d'amaro
condannato alla dolcezza
e a qualche azzardata rima,
nel nome della bellezza
di quel che era prima. 

Denaro,
dal profumo d'America
e di miti passati,
congelato dal tempo
in una valle incantata.

Un tutto che sfugge 
al progetto di distruzione
di qualsiasi padrone dei cieli.

Angolo di mondo,
ma per quanto ancora?

(D.D.)




lunedì 3 febbraio 2014

L'onda

La storia mi ha reso libero,
di partecipare al lungo cammino che tende alla libertà.
E la letteratura mi aiuta spesso a capire,
gli uomini, le emozioni, 
questo castello di carta che chiamiamo mondo.

Ecco perché oggi ho paura,
di questa guerra,
il gioco vizioso di chi ha speso una vita intera per le risate,
dall'antico e sacro valore sociale,
e che probabilmente, nell'intima coscienza del proprio specchio, 
ha da tempo smesso di ridere.

Una strada perduta, gli occhi rossi, l'ansia di trovare una nuova Musa,
l'ennesima esasperata eroica vocazione.

Vedo la foga e la furia,
di un confuso disordine collettivo,
laddove la polvere annebbia le consapevolezze
e genera la noncuranza dei rischi.

Arruolamento,
degli spettri del passato,
di chi fa dell'insulto la spada e dell'arroganza lo scudo.

Senza limiti, senza sfumature,
senza la minima volontà di considerare che possa esistere
un pensiero altrui.

Una nuvola nera. 

Si respira un veleno fin troppo inconsapevole,
mentre risuonano amari i rintocchi dell'ultimo atto,
di un trentennio di diseducazione.

Salotti e televisioni, corruzione, ventri opulenti
e le lacrime invisibili della rassegnazione.

La voce del prodotto più genuino di questa drammatica finzione, 
di questo sistema malato,
di questa età tardo-moderna,
si può leggere con chiarezza nel tortuoso movimento
di quest'onda.

Un'onda
che non farà distinzioni
e non risparmierà gli innocenti.

(D.D.)





lunedì 27 gennaio 2014

I wanna say sorry

We need to remember, we should study history, we must prevent the curse called oblivion.

Today I can feel a far pain resurfacing from the ocean of our weak memory, an horrible past, a sad story.

I wanna say sorry, for the shameless people who are trying to muddle up the cards of the truth, with their right arms in the air. 

Some of us would like to poison our thought, closing the door of the last century and throwing the keys away. 

I can see in this ignorance the same dark smoke that made the sky crying, full of innocent tears. 

I close my eyes and I recognize Hans and Konradin, Anna, Primo, my grand-grandfather, who got my mother's name, and millions and millions of shining stars.

I will always fight against Fascism and similar bloody follies, knowing that my knowledge is better than any kind of revenge.


(D.D.)



venerdì 24 gennaio 2014

L'accademico allineato

L'accademico allineato si diletta a rivestire i dettagli di una miope precisione, senza sentire il folgorante bisogno di coltivare l'insieme e i suoi perché, forse perché ormai è troppo vecchio per poterlo fare, forse perché è un giovane che non ha mai osservato la libertà delle stelle.

Come potete conoscere a memoria una goccia e non provare nemmeno a sognare il mare?

Dove state andando, senza uscire dalle vostre stanze?

L'accademico allineato, fenomeno ben noto, è sempre il cattivo nei libri di storia della letteratura, quello che si oppone nel nome della più stupida delle regole della tradizione all'innovazione ingenuamente offerta dall'onesta follia del ribelle che verrà poi detto artista. 

Ma pure voi, voi che avete inventato il Sessantotto, come potete perseverare nell'incomprensione delle vostre stesse vittorie?

L'accademico allineato, guardandolo bene, è il nulla vestito di parole forbite, che di tanto in tanto vende il verbo di Cristo osannando con rigorosa eleganza la povertà degli altri.

Come potete sentirvi in pace, mentre qua fuori si scrive sui muri della totale incertezza di un domani brutalmente infranto?

Dove s'è persa la sacrosanta bussola che vi indicava una direzione ostinata e contraria?

L'accademico allineato è nella maggior parte dei casi un sofista raccomandato, che galleggia tra una carriera apparentemente invidiabile e l'egoistica opulenza di una pensione d'altri tempi, perlopiù scaldando l'una o l'altra sedia del potere.

Le generalizzazioni sono sempre un male, ma possono essere scongiurate nel caso in cui solo il colpevole sia indotto a reagire con un senso di muta e profonda vergogna.

L'accademico allineato, se vogliamo discutere delle responsabilità, è il più spietato dei complici e dovrà per sempre fare i conti con la propria coscienza. 

Come potete parlare ancora e sventolare le vostre bandiere sbiadite, in questo teatro di figli traditi nel nome delle vostre ideologie di plastica, in questo Deserto dei Tartari?


(D.D.)



giovedì 23 gennaio 2014

However (Daniel's Manifesto)

The heat of this moment
is the snow on your tender soul,
while you naively face the sun
and suddenly understand
 which is the dark side
of a universe of tears and stars.

We are dust,
millions and millions of thinking grains
of love and pain.
In some eventual wind we trust.

We give sandy kisses,
we have sex with death.

However,
we made up the word "Victory"
and we often dream.
We obstinately believe in something
which could last forever.

I can see a great deal of innocence
in this deep forest
of guilty trees and cruel beasts.

This earth smells of human.

I think of you, I think of Christ,
I can feel the eyes of a mother
as long as I am an honest son,
I'd like to embrace a burning witch,
saying sorry.

This earth smells of history.

I'd better scream, but I wanna write,
I'd better tell you that I love you,
but I'm too shy for this crowded era,
I know I'll be waiting for your call.

Hallucination,
the poet's shelter,
the lover's heart.

We don't need any chemical dope,
each of us needs just a call.

(D.D.)