mercoledì 1 luglio 2015

Lettera di un #prof

Caro Matteo Renzi, ecco la breve lettera di un sognatore tradito. Non sarò prolisso, in modo da invogliarti a spendere due minuti per questa mia storia. Pensavo potessi cambiare l'Italia, partendo dalla scuola. Ti ho sostenuto, rovinando anche qualche amicizia. 

Sono un giovane insegnante di terza fascia, per fortuna o purtroppo nell'ambito delle materie umanistiche. Pur avendo passato la prima prova del TFA (a luglio ndr) ho scelto di non passare al secondo step. Pazzia? Paura? No, è stata una scelta ragionata. La seconda prova si è svolta a dicembre (ti sembra giusto che ciò sia avvenuto dopo tutti questi mesi?) e nel frattempo ho trovato lavoro in un CFP, come insegnante di italiano e storia. 

Un'esperienza fantastica che mi ha definitivamente consacrato nel mondo della scuola: chiedi pure a studenti e genitori, coloro che ritengo i veri giudici insindacabili del lavoro dei docenti (altro che i presidi!). Un percorso faticoso, ma di grandi soddisfazioni. Purtroppo proseguire l'iter dell'abilitazione non era compatibile, in termini di tempo, con il pieno adempimento dei miei compiti di docente. Ho scelto di non licenziarmi e l'ho fatto per dignità e, soprattutto, rispetto nei confronti dei giovani che mi ero impegnato a formare. 

Ora la tua riforma mi taglia fuori. E sono in attesa di capire come sarà possibile riuscire a rientrare nel percorso di abilitazione. Personalmente non credo più che tu possa far rinascere l'Italia a partire dalla scuola. Sognavo, ma ora sono sveglio. Non sei diverso dai tuoi predecessori. Ti chiedo solo di riflettere un po', perché stai chiudendo la porta in faccia a migliaia di sognatori, che sono anche inimmaginabili risorse per il nostro Paese. 

Ti prego inoltre di porre perlomeno chiarezza nel percorso di reclutamento degli insegnanti, ma non solo a parole. Servono i fatti e servono subito. E ADESSO COME CI SI ABILITA? Subito però: voglio i link delle Università con le iscrizioni a nuovi TFA o lauree abilitanti. E lo vogliono in tanti. Altrimenti stai umiliando e buttando nel gabinetto il lavoro e l'impegno di tanti professionisti meritevoli. 

E per favore, consiglia ai tuoi Ministri (che inviterei a presenziare a un mio colloquio con i genitori ndr) di non dire "Insegnare senza abilitazione è come guidare senza patente", perché è un'aberrazione. Gli studenti lo sanno benissimo che ci sono insegnati abilitati che sono delle capre e docenti non abilitati che sono bravissimi (e viceversa, per carità): loro, i destinatari dell'istruzione, non li fregate affatto! 

Un ultimo appunto. Ho insegnato all'estero, parlo l'inglese molto bene e potrei insegnare le mie materie in inglese, ma questo non è valorizzato nella tua #buonascuola (o meglio, lo è solo a parole, non nei fatti, perché il filtro, ad esempio nel progetto CLIL, resta sempre l'abilitazione e non ci sono corsie preferenziali per chi ha merito in ambito linguistico e esperienza internazionale: welcome to the past!). 

Detto questo, se per caso tu volessi due diritte in inglese o francese (che ti servirebbero) ti darei volentieri una mano! Ps. Mai perdere un tocco di ironia, altrimenti è la fine. Ti saluto, in attesa di una tua inaspettata risposta. Sappi che ho scritto di getto, senza curare la forma, lasciandomi guidare da una cortese sincerità. 

Michele





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