lunedì 28 gennaio 2013

Cuba

Un dicembre d'onirico sole acceso
nell'azzardo d'un Mojito al mattino
ch'annebbia il canto sul cammino
d'un Guantanamera in cambio d'un Peso.

Vinceremo! M'assolverà la storia!
E lungo la strada sgorga la vita
che più tenera d'un'umana ferita
disegna insieme campagne e memoria.

Feliz Navidad, oh pueblo cubano!
È Trinidad, dolce di zucchero amaro,
a cavallo d'un mondo 'sì arcano
che balla, sorride e non sa del denaro.

Montagne, che son bimbi in fiore
e fresche acque, saluti e lavoro
dell'anime attonite per via del colore
de li occhi miei e del mio oro.

La penombra infiamma del Comandante
il sepolcro, eredità di sogni e rancori,
miti, amici, compagni e traditori,
d'un altro Onesto cavaliere errante.

Ogni lettera bianca sulla sabbia
se la divora di ghiaccio il mare
sotto il vapore di nubi amare
nell'orizzonte d'inverno e di rabbia.

Dalle Alpi ai Caraibi, è pirata
questo sentiero già giunto al ritorno,
funesto veliero di neve nel forno
e presto un ricordo di valle incantata.

Parete rocciosa, grande quaderno
e muro di storia ch'è tinto d'arte,
ecco l'umano a giocar le sue carte
e tender piano la mano all'eterno.

Aver un cuore da bambino,
nessuna vergogna, è un onore,
allor calcio un pallone, oh scrittore,
e nella tua Habana avverto il destino.

Ogni anno è un anno nuovo,
sia viaggio, miraggio o canzone,
mentre vago silenzio stupito trovo
nei sacri marmi della Rivoluzione.

(D.D.)





Nessun commento:

Posta un commento