Sogno come un bambino,
ma quel che è degno
d'un uomo, crudel destino,
oso. E pago il pegno.
Amo come un poeta,
ma il trucco del canto
d'Orfeo e d'ogni esteta
vivo. E smaschero in pianto.
Come un principe respiro
lo specchio nella mano
e l'illimite a cui miro.
Io talpa a guardar lontano,
io dell'anime aquila rapace,
io sperato futuro invano.
Nudo a morir sulla brace,
con la coscienza che gela e che tace.
(D.D.)
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