lunedì 26 settembre 2016

amare vs AVERE

Lui le guardava il culo. Grasso, grondante di sudore, con un sorriso inconsciamente forzato: lui - certo - non il culo. Ma Isabella aveva proprio un bel culo, stretto in quei leggins scuri, non diversi dalla sua stessa anima. 
La palestra era semivuota, erano le quattro del pomeriggio: i giovani - normalmente - arrivavano un'ora più tardi. O anche due. D'altronde Isabella aveva lui, Roberto. E lui era vecchio, tremendamente vecchio. Aveva addosso il tipico fetore della vecchiaia di mezza età, quella che non ha fatto la guerra, per intenderci. 
Indossava una maglietta attillata, gliel'aveva comprata lei… Anche se - ovviamente - i soldi erano sempre quelli di Roberto. Che alternative aveva, dopotutto? Meglio comprare una maglietta da fitness a Roberto con il bancomat di Roberto, piuttosto che non avere mai una lira, aveva pensato. 
Isabella era straniera, veniva dalla povertà, quella vera. Aveva ventiquattro anni, che per una ragazza del suo paese sono fin troppi. Meno male che esistevano ancora i filantropi, a quei tempi là. Come Roberto. Single, sulla cinquantina, ammasso di vizi e pigrizia, ma a suo modo innamorato dell'essere umano. Non é detto che sia facile amare, ma è sicuramente facile AVERE, con tutto quel denaro. Lo stesso dannato ozioso denaro che lo aveva imbottito di morale e merendine sin dalla tenera età. Per non parlare delle bibite gassate. Che alternative aveva? Scoppiare, immerso nella solitudine? Proprio lui, un filantropo? La soluzione meno dolorosa era quella di comprare. E da intenzione nasce azione, si sa, nell'illecito regno dei ricchi.
‘Isabella, un nome fantastico, sei bellissima, conosco una persona che cerca una modella per fare delle fotografie… Per una famosa marca di orologi…’. Il tempo, crudele, era passato rapidamente. 'Anche oggi palestra, amore? Dai, che dobbiamo mantenerci in forma!’. 'Isabella, Isabella MIA… Ma NOI SIAMO in forma!’. 
Ero sdraiato vicino a loro, già voce narrante di una storia di ordinaria schiavitù contemporanea. Intanto, l'immensa quantità di grasso della pancia di Roberto, senza alcuna pietà, nascose prepotentemente il culo di Isabella, vinto. 

(M.T., from Tumblr)




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