lunedì 26 settembre 2016

Il testamento di Betelgeuse

ATTO PRIMO
“Non siamo poeti maledetti, non abbiamo la forza dei beat, siamo i rigurgiti del benessere che si addormentano nel pop”. “E il futuro?”. “È oggi. Dai, non smettere di ballare… Il pensiero riaccendilo dopo! Solo per guardare le stelle, J”. “Già, perché le stelle non sono fatte di cemento…”. “Ma a noi piacciono i centri commerciali, J. Perché temere il cemento? I nostri cuori sono fatti di plastica. E saranno terra: E saremo terra. Una Terra piena di plastica. E cemento. Ma a noi piace la plastica… Perché temere il cemento?!”. “Chi siamo?”. “Siamo oggi, J. Nessuno ci avrebbe voluto così, nemmeno noi stessi. Ma siamo così, siamo oggi”. “I rigurgiti del…”. “Dai, non smettere di ballare!”. 
La musica fu sempre più alta. E J aveva tanti sogni - veramente umani - negli occhi distratti dai lampi di luce artificiale. Aveva quasi le stelle. Ma quella sera, dopo la vodka, i due allontanarono un'alba incerta divorando carne di plastica in un fast food, sotto lo sguardo indiscreto del cemento.

ATTO SECONDO
“Già, le autostrade. Dici bene, J”. “Sono dappertutto, sono in te. E in me. E tra te e me…”. “Ecco perché dobbiamo imparare ad apprezzarne il profumo, la notte. 
Questa non é una realtà per bucolici. 
Siamo in bilico tra i monolocali e i cimiteri, ma vogliamo ballare, vogliamo ballare fino alla fine. Non abbiamo chiese, ma autogrill. Perché vogliamo viaggiare, vogliamo viaggiare fin dal principio. 
Forse siamo un chi, ma sicuramente non siamo un dove. E il quando ci fa scoppiare a piangere…’. ‘Ma le stelle…’. 'Tacciono. Non lo sanno, di essere un'emozione da guardare! Folli stelle. Bruciano dentro, senza sapere come é bella la luce che buttano fuori…’. 'Come noi?’. 'Non esattamente, J. Noi non bruciamo più. La nostra luce é come un miraggio sull'asfalto: un errore dell'occhio, o forse del tempo’. 'Ma noi, NOI…’. 'La dimensione del noi, J, non ci salva dall'essere umani in un'era che più non si addice alla nostra specie. 
Guardala, Betelgeuse, rossa di una morte millenaria, sepolcro dei cieli! Siamo noi’. 'Sarà, ma le mie palpebre si perdono nel traffico, persino a quest'ora… E non ci penso, a Betelgeuse. Credo solo che sia un peccato che una stella non possa fare testamento, non ti sembra?’. 'Siamo noi!’. 
J scosse il capo, non smetteva di recitare l'inconsapevole maledizione dei romantici. Arrivarono al casello, pagarono due denari. E fu davvero autostrada. Davanti a loro: la vita vera. 'Il prossimo autogrill?’. 'siamo noi!’.

(M.T., from Tumblr)



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