mercoledì 18 aprile 2012

Friedrich


Il tuo nome mi ricorda il pittore
dell'uomo immerso nell'infinito,
perso in solitudine e nel dolore
dei vasti spazi in cui è assopito.

La tua persona che d'improvviso
mi è apparsa, tra le tante spente,
come luce che ti dona il sorriso:
forse allora il tuo nome mente!

Ma osservo meglio quei paesaggi
e di Dresda sconfinate le radure,
neve sui cimiteri, i vaghi viaggi
dei vari esploratori di avventure.

M'accorgo che c'è sempre l'uomo
e che quel piccolo punto umano
non è solo un vinto ormai domo,
che si duole d'esser vivo invano.

Nascosto in un angolo della tela,
l'uomo è un qualcosa di speciale 
che a vista attenta ben si rivela
lume di bene nel buio del male.

Tu sei come l'uomo del quadro,
ma tra distese infinite di persone
più vuote ancor di quel leggiadro
paesaggio dalla vasta estensione.

Tu sei quel lume che da speranza
e la buona sorte non contraddico
d'averti trovato. L'affetto avanza: 
il tuo nome fa ora rima con amico!

(D.D.)


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