giovedì 18 luglio 2013

La letteratura nasce libera...

Non vi è forse mai stata epoca, pur considerando anche quelli che gli storici chiamano "Medioevi", in cui la letteratura, così come tutte le scienze umane, abbia sofferto una crisi così profonda. Dimenticata, snobbata, irrisa, ridotta a un passatempo per nostalgici, disadattati, nobili decaduti... Il tutto mentre i vertici del sistema sanno fare gli affari con la finanza, riescono a guadagnare vendendo qualsiasi cosa, non importa che sia la loro madre o l'unica fonte d'acqua di un villaggio africano. Questi signori non hanno mai letto Omero, non conoscono Dante, non hanno mai visto qualità alcuna nell'animo di Leopardi o nelle riflessioni di Pasolini. Questi signori ci consegnano un mondo dilaniato dai poteri e dagli interessi, il mondo del mercato delle armi, delle speculazioni sulla salute, dei derivati tossici e delle esplosioni nucleari. Il cinismo sta divorando l'intera storia dell'uomo. Si è perso il senso dell'uomo, lo si lascia in balia delle follie religiose, dogmatiche e tiranne. Si è persa la cultura umanistica, si è persa la letteratura, che dovrebbe essere uno specchio in cui osservare sé stessi e riflettere. Gli umanisti non sono certo esenti da colpe, anche loro si sono persi: nell'ossessione per il dettaglio, nella guerra tra poveri dei critici di professione, nelle invidie e nelle autocelebrazioni, nell'abbandono dei discepoli per paura di condividere la propria conoscenza. Poi c'è la prostituzione intellettuale, c'è il libro di consumo, c'è il best seller che critica i best seller, ci sono i professionisti dell'essere alternativi... E via dicendo. La poesia, quella è vissuta nei cantautori ribelli degli anni '70, per poi spegnersi lentamente dietro le scrivanie dei parolieri al servizio dei reality show. Qualcosina è rimasto, generalizzare è sempre un male, ma la considerazione di chi sa scrivere da parte della società è ai minimi storici da quando esiste l'Homo Sapiens Sapiens. Sul Neanderthal non saprei pronunciarmi. Poi all'improvviso l'universo dei social media sembra scatenare un Big Bang, conivolgendo un po' tutti gli ambiti della vita umana, tra i pro e i contro, nel bene o nel male. Reazioni in gran parte inaspettate, tempesta e impeto, re e regine che subiscono una valanga di gol in contropiede. Fino a un informatico che vuota il sacco: scacco matto! Torna un semplice uomo e fa paura a quasi tutto il mondo, come se i poeti non l'avessero denunciato già cent'anni fa quanto abbiamo fatto marcire tutto quanto. I poeti infondo sono poi sempre stati come Cassandra, che aveva avvertito i Troiani di non far entrare in città il famoso cavallo donato dagli Achei... Quasi tutti sanno come andò a finire. L'importante, in fondo, è che chi fa letteratura, con o senza la rima, sia che parli d'amore sia che narri di guerra, lo faccia con l'idea di produrre un pensiero che sia libero, alla portata di chiunque voglia ascoltare. Ecco perché la poesia può in qualche modo rinascere su Internet, nei blog come sui social network. Sono mezzi molto più liberi di quanto potessero essere i giornali, la radio e la televisione. Non sono certo fuori dal sistema, perché il sistema che ho cercato di denigrare in queste spontanee righe, proprio come fece Cassandra col cavallo, è troppo forte. M ami piace lo stesso pensare a un luogo in cui la cicala di Rodari può ancora cantare, più o meno in pace, cercando di strappare un'emozione a qualche avara formica. Alla fine di questa riflessione mi accorgo tuttavia che, forse, è scomposta ed ermetica come i tasselli di un mosaico distrutto, o di un QR Code. Mi piace il surrealismo, mi piace il flusso di pensiero, mi piacciono gli abbinamenti sbagliati... Che volete che vi dica?! 

(D.D.)


Nessun commento:

Posta un commento