domenica 5 gennaio 2014

I pragmatici

Nel bel mezzo del prevedibile susseguirsi dei minuti e delle ore di una giornata qualsiasi mi ritrovo improvvisamente a riflettere sulle implicazioni del vivere in un mondo di sedicenti pragmatici. 

Starei mangiando, ma credo che i pensieri si raffreddino più velocemente di un piatto di pasta. 

Pragmatici, dicevamo. E mi spiego meglio: innamorati delle evidenze tangibili. Qui pro quo. Do ut des. PIL. Money honey. La fotomodella che si sposa con il potente di turno, facilmente rintracciabile nel dizionario dei sinonimi e dei contrari alla voce "esatto opposto dell'antico concetto di kalos kai agathos". Ma non solo: quelli che "il voto è più importante di ciò che ho effettivamente imparato", che "però Mourinho fa un calcio vincente", "l'amore è solo una distrazione, la mia vita è la carriera".

"Poveretto, ha studiato lettere! Non sarà mai un CEO! Non saprà mai nulla dei derivati!". E pensare che se potessi investire (a medio-lungo termine) una dracma sul potenziale valore di mercato dei loro cervelli (rigorosamente non in fuga ndr) le mie aspettative di profitto sarebbero in linea con quelle del giocatore di Risiko che, dovendo andare a casa, inizia ad attaccare tutti sempre e comunque. 

L'allegro morire e portar morte che ebbero a cuore i Bush. Storia. In fondo l'intero tavolo da gioco è plastificato e ogni buon pragmatico sa che la plastica è un derivato del/dal (questo non lo sa ndr) petrolio. Geopolitica. Veni, vidi, vici. E la Kamchatka la lasciamo a Putin, altrimenti ci stacca il gas. 

Ma la cosa più bella dell'uomo di prassi è la spensieratezza con cui canticchia sotto la doccia i più dolcemente banali ritornelli sanremesi-x-factoriani, che propinano cuori umani in ogni salsa con la medesima efficenza che potrebbe avere un fast food americano all'ora di punta. 

Sole, cuore, amore. Ed ecco che si allacciano la cravatta. Sole, cuore, amore. Clacson e vaffanculo a go go nel traffico della tangenziale. Sole cuore amore. Alla radio mentre ci si abbuffa in pausa pranzo, con l'inconscio obiettivo di divenire pingui quanto basta per giustificare l'impiego di un condizionatore che tanto ricorda l'ultima gita in Groenlandia. Prima che si sciogliesse, va detto.

Sole, cuore, amore. E invece? Riscaldamento globale, maionese nelle coronarie, tarde notti lungo i viali. 

WTF! Bisogna tornare ai tormentoni estivi! Ma cercando di METTERE IN PRATICA almeno un 1% di quanto queste colate di miele di Beozia sembrano comunque poterci insegnare… Caro pragmatico, non tralasciare la prassi dei valori! Magari cercando di nascondere questa tua incapacità di essere concreto dietro a una Bibbia, a una stretta di mano in chiesa, alle più orribili derive della parola "etica"... È semplice: ama! 

Ma il mio interlocutore, non temete, è solo un muro. E intanto il pragmatico consuma ogni tipo di romanticismo, per poi arrivare a quarant'anni con l'improvvisa necessità di recuperare un'età ormai perduta. E se la si potesse comprare?

La domanda e l'offerta, nel caso della prostituzione (per non parlare del narcotraffico) sono costantemente in equilibrio. Già, perché dall'altra parte c'è sempre la povertà. Mi viene da pensare a Princesa e ai "fari sul palcoscenico della sua vita"… 

Ogni tanto poi ci scappa un figlio. E spesso il datore di lavoro suggerisce, per il bene del brand, la lunga e tempestosa via contrattuale del matrimonio. O del TEORICO voto di castità. 

La teoria è buona solo per l'ipocrisia. 

Ma l'amore è un'altra cosa, lo dice anche Arisa, già Nobel per la Sincerità. 

Infine c'è il pragmatico alternativo, che va alle manifestazioni contro il capitalismo e boicotta la Coca Cola, ma beve esclusivamente Heineken e Becks. Di solito farà i soldi ereditando una piccola impresa di famiglia. 

La morale di questa storia? nessuna! Ognuno ha la libertà di vivere come vuole. Oppure di riflettere. Ed eventualmente scrivere… 

(D.D.)


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