martedì 11 settembre 2012

9/11



Undici settembre, undici anni dopo. Il tempo si affretta a strappare questa data dai nostri ricordi e consegnarla alla saggia custodia dei libri di storia. Almeno finché un qualche Mohammed Al Pansa non avrà la libertà di dire che quelle due torri, spazzate via in pochi istanti dalla nobile scacchiera a stelle e strisce, in realtà non sono mai esistite. Ben si intenda, non sarà il nefasto esito di una guerra tra religioni, perché le religioni saranno passate di moda, ma puro revisionismo, forse inserito in un altro tipo di conflitto pseudobellico, insomma, una campagna elettorale. Già me la immagino. George W. El Kaddouri sarà il primo candidato alla Casa Bianca di fede musulmana, piuttosto sbiadita, più che mai occidentalizzata e astutamente shakerata con i petrodollari texani. I Repubblicani punteranno su di lui, un moderato, tra l'altro discendente di un ex Pallone d'oro, che condusse la Fiorentina alla conquista della sua prima Champions League. La sfida sarà più che mai accesa, perché le primarie dei Democratici sentenzieranno che la rivale sarà niente meno che Brenda F. Kennedy, orgogliosamente transgender, nonché illustrissima erede della famiglia più blasonata della storia politica americana. Il suo fascino, più che mai ambivalente, secondo l'ormai assodata formula almodovar-marrazziana del "tette pneumatiche più gran mazza", le darà un cospicuo vantaggio secondo i sondaggi. Al centro della sua proposta politica ci sarà il non-interventismo nel conflitto indo-cinese, nonostante le pressioni del Presidente degli Stati Uniti d'Europa Hermione Granger, apertamente schierato con Nuova Dehli. El Kaddouri punterà invece sulla sicurezza, in linea con le radici del suo partito. Dal canto suo, la lobby del Risiko, che lo sosterrà, gli imporrà un intervento a fianco dei Cinesi, essendo essi nella miglior posizione per "attaccare il Siam". In caso di vittoria sarà quindi necessario individuare un pretesto, o meglio un casus belli, come per esempio potrebbe essere una mancata partecipazione delle Force India al Gran Premio di Indianapolis. I Repubblicani saranno sicuri di ottenere poi anche l'appoggio dei Faraoni d'Egitto, ritornati al potere dopo il sostanziale fallimento di ogni altra forma di governo nel Paese del Nilo, dai Tolomei alla Primavera Araba, e la benedizione del Papa, esiliato in Cile ormai da anni, a partire dal compimento, da parte del premier italiano Immanuel Casto, del disegno garibaldino della conquista del Vaticano e della conseguente destinazione del bottino così predato al risanamento del debito pubblico della Penisola, peraltro nonostante l'eliminazione dell'Imu, alla lotta alla fame nel mondo e, in una piccola percentuale, al Tesoriere della Lega Nord Mario Balotelli. Giovanni Paolo III, ospite della famiglia Pinochet, anch'essa molto celebre in patria, farà sicuramente un appello in favore di El Kaddouri, forse in nome della fratellanza tra i monoteismi. Già, perché non saranno più i tempi in cui "tutti i monoteismi sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". Sarà così ribadito il concetto che "il Papa perde il velo, ma non il vizio". Riuscirà allora mai Brenda a sconfiggere il ricco sfidante? Il favore dei sondaggi non rilasserà certo i suoi sostenitori, opportunamente informati rispetto a ciò che successe a Romano Prodi nel 2006 e a Pirro nell'antichità. La morale della favola? Molto spesso la politica Usa si lega a interessi di vario tipo, che vanno dalla legalizzazione dell'Aspartame alla necessità di avere nemici che nascondono temibili armi di distruzione di massa. Purtroppo Pansa avrà già sostituito l'attentato dell'undici settembre con "il terremoto dell'undici settembre" quel giorno in cui, degli archeologi dell'Università degli Studi di Padova ritroveranno, nell'entroterra della Florida, scavando a tre-quattro metri di profondità, i voti di Al Gore, non lontano da un misterioso scheletro databile al 33 d.C. Forse anche Gesù fu attratto da questo bel 'sogno americano'. E forse non sognò, non sogna e non sognerà invano. Speriamo. Pan per Giacobbo. Speriamo di no. Quel che é invece certo é che se Gore avesse veramente vinto... Allora sì, caro Pansa del futuro, in quel caso non ci sarebbe mai stato un undici settembre da addizionare, tra gli eventi tragici, a quello del golpe contro Allende.

(M.T.)

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