mercoledì 28 marzo 2012

New York

L'Atlantico immenso fa da scudo
alle natie preoccupazioni immani
quand'ogni Ulisse l'attraversa nudo
e poi s'adorna di sogni americani.

È una nuova Roma che s'avvicina,
la soglia tra il presente ed il futuro,
seduta sui colli come ogni regina,
del melo il più gran frutto maturo.

Non più in un'isola triste e spinata
Lei t'accoglie, come fu per i molti
vecchi bimbi dalla vita disgraziata,
di cui immortali si son fatti i volti.

Unisce ora i mondi un nuovo molo,
sepolcro d'un uomo da ricordare:
come gli eroi di Palermo morì solo
e così come loro continua a volare.

Da lì si va di quartiere in quartiere
saliti in sella ad epici cavalli gialli
sol rimirando le lussuose pantere
dalle lunghe schiene, agili nei balli.

Più abbagliante del sapor dell'oro,
in un abisso di luce e pubblicità,
l'incrocio dei tempi s'ha nel Foro,
un odierno idillio di quel che sarà.

E dalla cima del suo alto Impero
si nota la tela di cardi e decumani:
ecco che la storia insegna davvero
lassù, l'eternità dei nostri Romani.

È rettangolo intriso di pace e vita
verdeggiando il tuo gran polmone,
mentre del cuore dove t'han colpita
rigenera il battito la ricostruzione.

Il central tuo parco all'oggi in fiore
al folle scacco ch'uccise le gemelle
risponde col solar pallido rossore
che tinge degli innamorati la pelle.

Quanta bellezza, qual gran vittoria
si rispecchian nel lago e nell'erba,
attorno alla parola d'eterna gloria
che di cambiar immaginò superba.

Nella piazza del tuo primo presidente
allegre cantano giovani voci schiette
e grande speranza mostra sorridente
l'ultimo, impresso sulle lor magliette.

Onori la scienza, consacri ogni arte,
celebri talento che vien d'ogni parte
di questo mondo ch'ancor si stupisce
di fascino e forza di stelle e strisce.

La statua tua figlia tende la mano
al muto cielo; tutt'attorno il mare:
quasi l'infinito dinanzi all'umano,
quasi del viandante le nebbie amare!

Quanta Europa, quanta ne hai rapita,
pure tu nelle vesti d'un bianco toro,
ma hai saputo anche tenerla in vita
e ti meriti allor tutto il suo decoro.

Indi colora le tue notti di stellato,
le montagne di blu, goditi le ninfee,
di Caravaggio il concerto illuminato,
la dama di Modì e di Canova le dee.

Sarai unica nella nostra memoria,
sarai tu più di noi a scriver la storia,
oh Nuova York, oh New York city!
Ricordati almeno che siamo esistiti!

Ricordati almeno che siamo passati
e che il tuo sguardo ci ha incantati!
Ricordati almeno queste sensazioni,
ci hai regalato indelebili emozioni!

(D.D.)



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