Annegato dal mondo
in un solo sguardo,
beffato dal ritardo
di quel tutto sullo sfondo.
Bulimia di sogni,
ebbrezza di folli vocali
che suonan naturali,
noia d'inutil bisogni.
E maledetti fiori
quelle rose superbe,
magiche come l'erbe
e col vino nei colori!
Giovinezza totale,
divorata da quei vent'anni
d'ormoni e d'inganni,
dagli amori e dal male.
Discesa all'inferno
del ribelle ch'accusa il padrone
pel buon governo
d'agognata dannazione.
Poi castelli e stagioni
nell'umana miseria
degli amari abbandoni
e d'ogni esanime maceria.
Infin l'Africa boia,
un tuffo nel nulla più pieno,
ch'è altera gioia
s'il verso è ormai veleno.
(D.D.)
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