Nel nome porti l'eco della guerra,
negli occhi celi il mito d'un amore,
oh ingenua che lasciasti aspra terra,
armata di bellezza e folle ardore.
La dolce amarezza d'esser speciale
ti sottrae all'umana indifferenza.
Ma non a Sparta, incompreso male,
che pare una casa e profuma d'assenza.
Hai amato, incessante fermento,
l'amante d'amore incapace d'amare,
troiano principe, che in ogni momento
invano provò a non lasciarti andare.
Oh quanto è spietato il divino Omero,
nel lasciarci soli, tu dei Greci la preda
e io nell'Ade, a cercar chi son davvero!
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